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Posted by on domenica, Marzo 22, 2020 in Casoretto e dintorni, New York |

Alieni, cibo e applicazioni (intervista ad Arianna Wellmoney)

Arianna Wellmoney (nome d’arte di Arianna Guelmani) è una giovane attrice italiana (nata al Casoretto, a Milano) che vive e lavora a New York.

  • Arianna, ti sei diplomata all’American Academy of Dramatic Arts nell’aprile 2016. Da allora hai preso parte a numerosi progetti teatrali, cinematografici, televisivi, sul web … Che cosa hai fatto di bello negli ultimi anni?
  • Ho avuto tante interessanti occasioni. Per prima cosa, la web series Immigrants Eat It!, una miniserie in cui si mostrava come gli stranieri si comportano mangiando il cibo americano. Poi c’è stata la grande opportunità di essere un testimonial di Tinder. Ha avuto per me un significato anche personale: mostrare che esistono tante declinazioni della sessualità mi ha permesso di potermi esprimere e di poter focalizzare l’attenzione sulle battaglie che negli USA sta portando avanti la comunità LGBTQIA+. Battaglie che trovano eco e risonanza sia in Europa che in Italia. A Settembre 2019, ho avuto l’onore di far parte di “People Who Care”, uno spettacolo che tratta dell’importanza della comunità in un paese dove manca la sanità pubblica. È stato molto gratificante, dato che è stato presentato allo Schimmel Center (un teatro di Manhattan con più di 600 posti) ed era stato sponsorizzato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle Nazioni Unite. Per queste performances non finirò mai di ringraziare tutti i docenti dell’AADA di New York, dove mi sono formata come attrice, ma anche il mio primo insegnante di recitazione cinematografica, Michele Ciardulli, della scuola Campo Teatrale di Casoretto (Milano).
  • Che ci dici della tua esperienza a Los Angeles?
  • Con altre due attrici straniere (Flavia Sgoifo e Bianca Waechter) ho scritto una pièce teatrale dal titolo Extraordinary Aliens. Non si tratta di extraterrestri, ma è la definizione dell’Ufficio Immigrazione per gli artisti che chiedono di poter lavorare negli USA. Tratto da una storia vera, anzi da più storie vere: è un’autobiografia intrecciata di noi tre. Abbiamo debuttato il 15 marzo 2019 a New York, presso la Casa Italiana Zerilli – Marimò. Poi siamo state invitate a partecipare con la nostra pièce al Hollywood Fringe Festival a giugno, ed è stato fantastico! Ci siamo potute confrontare con altri giovani artisti, e vivere una settimana emozionante anche come turiste.
  • Come trovi Los Angeles rispetto a New York?
  • Devo premettere che, visitando Los Angeles, ho realizzato un sogno che avevo fin dall’infanzia. C’è poco da fare: il cinema americano parte tutto da lì: vedere i leggendari Studios è stata una grande emozione. Devo dire che L.A. è molto diversa dalla Grande Mela. Ci sono distanze geografiche, e umane, che spesso non sono riuscita a comprendere. Preferisco la frenesia e gli spazi di New York.
  • Quali sono i tuoi progetti?
  • Sì, ce ne sono. Ho cominciato le prove e ho fatto qualche performance di “‘20”, uno spettacolo a Peridance Capezio Center. È diretto dal mio amico Luca Villa, un coreografo e regista della mia città natale . Dovremmo fare più performance nel futuro, ma è tutto è rimandato per ora, conto della contingenza che stiamo vivendo, e delle opportune precauzioni da prendere. È tutto rimandato a data da destinarsi, e spero, come tutti, che la situazione si risolva presto. Dovrebbe uscire il mio primo TV Pilot per una serie che si chiamerà La Santera, dove ho un ruolo di supporto. Incrociamo le dita.

 

  • Auguri per la tua vita e la tua carriera.


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