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Posted by on sabato, Dicembre 23, 2017 in Streghe |

Beatrice Cenci

A Palazzo Barberini, sede della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, vi è un ritratto di Beatrice Cenci, ad opera di Guido Reni.

Chi era costei? Nata a Roma nel 1577, figlia del conte Francesco Cenci, divenne orfana di madre a sette anni, e fu mandata in collegio dalle suore. A quindici anni tornà in famiglia, ma dovette subire le molestie del padre, uomo violento e dissoluto. Questi si macchiò di parecchi delitti, e s’indebitò al punto che, pur di non pagare la dote di Beatrice, la mandò in esilio insieme alla matrigna Lucrezia (seconda moglie del conte) a Petrella nel castello del Cicolano, di proprietà dei Colonna. Beatrice tentò di fuggire, con la complicità della servitù, ma senza successo. Nel 1597 il padre, malato di rogna e di gotta e inseguito dai creditori, si rifugiò, coi due figli maschi, nello stesso castello dove già c’erano Beatrice e Lucrezia.

Beatrice fu di nuovo oggetto di abusi sessuali da parte del padre, e ne organizzò l’omicidio, d’accordo con la matrigna e i fratelli, e con la complicità del castellano e di un maniscalco. Dopo due tentativi falliti, il terzo riuscì, nel settembre 1598. Dopo le esequie, il conte Francesco fu sepolto in tutta fretta e i familiari tornarono a Roma, nel castello di famiglia. Ma le autorità indagarono, e intervenne lo stesso papa Clemente VIII. Un anno dopo i fatti, Beatrice, la matrigna e i fratelli furono condannati a morte in un processo funestato da vizi procedurali (all’avvocato difensore fu impedito di pronunciare l’arringa conclusiva). Solo a Bernardo, il fratello più piccolo, la pena fu commutata in galera (nel senso di remare) a vita. La mattina dell’11 settembre 1599, sulla piazza di Castel Sant’Angelo, avvennero le esecuzioni: Giacomo, fratello maggiore di Beatrice, fu seviziato, mazzolato e squartato; Beatrice e Lucrezia furono decapitate. Al fatto, confusi tra una numerosa folla – ci furono anche dei morti nella calca – assistettero anche Caravaggio, Orazio Gentileschi e la di lui figlia Artemisia.

L’avvocato difensore aveva tentato di alleggerire la posizione di Beatrice, sostenendo che il padre l’aveva stuprata. Purtroppo Beatrice non volle mai confermare il fatto durante il processo, e questo portò alla sua condanna senza attenuanti. Storie che, purtroppo, vediamo succedere ancora ai nostri giorni, in molti paesi. Solo la solidarietà e la presa di parola da parte delle donne possono impedire che ad essere processate e condannate siano le abusate, e non gli abusanti.


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