Un video pubblicitario apparso sulla mia bacheca Facebook ha attratto, mio malgrado, la mia attenzione. Come potete ammirare, all’inizio si vede una donna impegnata nello stipare più cose possibili in una valigia. Ahimè, come fare? Si guadagna spazio comprimendo l’aria grazie a una pompetta. Mi ha affascinato per la sua combinazione tra comicità da cartoon (la donna sempre più infuriata che sale sulla valigia per farci stare tutto) e tecnologia avanzata e pulita (l’alimentazione USB). Fa pensare a quei film di spionaggio o fantascienza dove ci sono sofisticati miniaturizzatori.
E fa pensare anche a quanto spazio occupano inutilmente nella nostra vita – ma anche nella vita pubblica – persone o questioni che meriterebbero di essere ridimensionate. Se c’è un PUMPIT per comprimere e confinare in un angolino parenti importuni, colleghe supponenti, ministri onnipresenti, fatemelo sapere che lo prenoto subito!
IL VIDEO DEGLI STUDENTI DI PALERMO. Guardatelo e giudicatelo voi.Visto che tutti coloro che ne parlano non l’hanno visto, a partire dalla sottosegretaria Borgonzoni, ho deciso di pubblicare il video completo dei ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Palermo (omettendo solo l’ultima slide con i nomi). Guardatelo e giudicate voi: su cosa avrebbe dovuto vigilare l’insegnante? Sulle opinioni degli studenti? Avrebbe dovuto censurare il pensiero degli alunni? In nessuna parte viene detto che Salvini è come Mussolini, come invece leggo ovunque. Vengono accostati provvedimenti e scelte di allora e di oggi, con acume e intelligenza: a chi lo guarda spetta trarre le conclusioni.Allora mi chiedo: perché la Professoressa Rosa Maria Dell'Aria è stata sospesa? Perché è intervenuta la Digos?Mi sembra, al contrario, che gli studenti abbiano ben compreso il significato più profondo della Giornata della memoria: non un rito stanco ma un pungolo per il presente. Forse è proprio l’intelligenza a spaventare Salvini e i suoi!
Ho pochissimo da aggiungere a quanto ha scritto Pietro Grasso, ex presidente del Senato, diffondendo il video degli studenti dell’ITIS Vittorio Emanuele III di Palermo. Nel video, presentato nell’aula magna della scuola per la giornata della memoria, i ragazzi avevano fatto un parallelismo tra le leggi razziali del 1938 e il Decreto Sicurezza di Salvini di ottant’anni dopo. Questo è costato alla docente, Rosa Maria Dell’Aria, due settimane di sospensione con lo stipendio dimezzato. Scrive Grasso:
Visto che tutti coloro che ne parlano non l’hanno visto, a partire dalla sottosegretaria Borgonzoni, ho deciso di pubblicare il video completo dei ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Palermo (omettendo solo l’ultima slide con i nomi).
Guardatelo e giudicate voi: su cosa avrebbe dovuto vigilare l’insegnante? Sulle opinioni degli studenti? Avrebbe dovuto censurare il pensiero degli alunni?
In nessuna parte viene detto che Salvini è come Mussolini, come invece leggo ovunque. Vengono accostati provvedimenti e scelte di allora e di oggi, con acume e intelligenza: a chi lo guarda spetta trarre le conclusioni. Allora mi chiedo: perché la Professoressa Rosa Maria Dell’Aria è stata sospesa? Perché è intervenuta la Digos? Mi sembra, al contrario, che gli studenti abbiano ben compreso il significato più profondo della Giornata della memoria: non un rito stanco ma un pungolo per il presente. Forse è proprio l’intelligenza a spaventare Salvini e i suoi!
Aggiungo solo: cosa aspettano i sindacati della scuola, tutti, a proclamare anche solo un’ora di sciopero generale? Colpendo la collega hanno colpito la libertà di pensiero e di insegnamento di tutte e tutti noi. Se non è fascismo questo, cosa dobbiamo aspettare? Il confino per i dissidenti?
Alle magistrali ho studiato Filosofia, poi all’università ho approfondito il Romanticismo tedesco. Di quei lontani anni di studio mi è rimasto impresso il concetto di sublime. Per Immanuel Kant il sublime è ciò che è assolutamente grande al di là di ogni comparazione, smisurato (sublime matematico) oppure ciò che si manifesta nella straordinaria potenza della natura (sublime dinamico). Per il poeta tedesco e drammaturgo Friedrich Schiller esistono due “geni” che la natura ci ha dato come compagni della nostra vita. Il sentimento del bello è socievole e benevolo e con il suo lieto agire sembra abbreviare il nostro viaggio, ma è legato ai sensi ed è valido solo tra uomini. Il sentimento del Sublime invece è grave e taciturno e ci porta al di là dell’abisso vertiginoso ed è sintesi tra un senso di pena che si manifesta come brivido e un senso di letizia. Per il filosofo Arthur Schopenhauer il sentimento del Bello è il piacere provato guardando un oggetto piacevole. Il sentimento del Sublime, invece, è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.
Poi, negli anni Novanta, venne il Mago Gabriel. Siciliano trapiantato a Torino, al secolo Salvatore Gulisano, costui imperversava sulle piccole televisioni private piemontesi (tipo TeleManila) con le sue apparizioni (mai termine fu più adeguato), in cui guidava gli spettatori alla scoperta della Torino Eso e Terica, dei fantasmi, degli gnomini e altre creature del paranormale, di riti ed esorcismi, di esercizi di pinotismo. Il grande pubblico lo scoprì grazie al programma di Italia1 Mai dire TV, condotto dalla Gialappa’s Band, che trasformò in oggetto di culto questi e altri ruspanti protagonisti dell’etere italiano (come Donato Mitola, cantautore specializzato in brani su vampiri e licantropi, o Giuseppe Giralico, predicatore para-pentecostale del Frusinate). Vent’anni dopo, riscoprire su YouTube le vecchie performance di Gabriel e altri aiuta a trascorrere certe serate storte, quando alla TV in chiaro non fanno nulla di decente e non si ha voglia di immergersi nell’ennesima serie made in USA.
E il sublime che c’entra? Peculiarità del Mago Gabriel era il suo inimitabile accento pseudo-siculo e il suo uso di parole dotte deformate in modo irresistibilmente comico, tale da scatenare irrefrenabili attacchi d’ilarità. Uno di quei personaggi di cui ti potresti chiedere per una vita se ci è o ci fa. Una di queste parole era, appunto, sublime, che nel grammelot del Mago diventava qualcosa come suplime o addirittura supplime. Significato del termine? Dimentichiamoci pure tutte le dispute e le elucubrazioni di filosofi e poeti: suplime era solo un modo più pomposo di dire bellissimo, magari con una sfumatura di pauroso e di impressionante, che non fa mai male. Dalla contemplazione di un orizzonte sconfinato a quella di un tizio che gira per boschi e stradine della periferia torinese in cerca di spiriti. Così racconteranno (forse) gli storici della filosofia del Ventiseiesimo secolo la triste parabola del concetto di Sublime. Nell’attesa, facciamoci due risate e beviamoci un uovo d’upupa, animale stupentemente suplime.
Mia madre, quando qualcuno faceva qualcosa di poco serio, si arrabbiava e diceva Ma che stiamo, a giocà a scaracoccia? La scaracoccia (detta anche in altre regioni scaragoccia) è un gioco di carte, più noto anche come scopa d’assi o asso pigliatutto. Bisogna dire che nella cultura ternana aleggia, come costante culturale di lunga durata, una diffidenza verso la povera scaracoccia. Decenni dopo mia madre, infatti vennero gli Altoforno (gruppo musicale ternano nato nel 1995 e specializzato in parodie). Ascoltate la loro canzone Tressette (sull’aria di Margherita di Riccardo Cocciante), tragedia di un giocatore di carte non assecondato dal compagno:
Ma che giochi a scaracoccia? Hai scartato la bastoni come cazzo me c’arveni, mo m’hai rotto li cojoni Questi qui fanno cappotto, c’hanno bono pure l’otto “Famo l’urdima”. Col cazzo! Hai scartato pure l’asso.
Scaracoccia come tressette malriuscito? Forse a suscitare diffidenza è l’idea che, stravolgendo le migliori strategie di gioco, arrivi il piccolo asso a svuotare il tavolo facendo scopa. Un po’ come certe leggi elettorali escogitate a tavolino per distorcere la rappresentanza. Dopo il Mattarellum, il Porcellum, l’Italicum, il Consultellum e il Rosatellum, ci starebbe bene anche lo Scaracoccium. Tanto, alla fine vince sempre l’asso di bastoni, purtroppo.