Due grazie allo scoglio
Ogni tanto, andando dal parrucchiere, entro in possesso di prodotti dell’umano ingegno dei quali non avrei mai sospettato l’esistenza. Così ho scoperto che, dal 10 maggio di quest’anno, il Gruppo Editoriale San Paolo, quello di Famiglia Cristiana, ha lanciato il settimanale Maria con te, 68 pagine al modico prezzo di 1 euro. Si tratta, ovviamente, di Maria di Nazaret, in arte La Madonna, non di Maria De Filippi o altre omonime. Molti si chiederanno come si faccia, in epoca di secolarizzazione, a riempire sessantotto pagine alla settimana di articoli a tema mariano, ma, incredibilmente, il gioco riesce. Come spesso capita, però, gli articoli veri e propri sono deludenti rispetto al godimento estetico che dà la pura contemplazione dei titoli di copertina, anche se aiutano a capire qualche stranezza.
Faccio due esempi, tratti dal numero 29 appena in uscito (chi vuole, corra in edicola a procurarselo). (Pausa). Siete già di ritorno? Riprendiamo.
Ecco il primo, proprio sotto la testata. BEATO ALBERIONE – PARLA IL POSTULATORE – “Tutta una vita sotto il manto della Madonna”. Per i non addetti ai lavori, il Beato Alberione è don Giacomo Alberione (1884 – 1971), “apostolo della buona stampa”, fondatore della società San Paolo e delle Edizioni Paoline stesse. Il “postulatore”, quello nel cerchietto, è lo spagnolo don José Antonio Pérez, che si occupa di promuovere la canonizzazione del suddetto Beato. Alberione tra l’altro, al Concilio Vaticano Secondo, propose la definizione dogmatica di Maria come Mediatrice universale di grazie, che parve un po’ troppo persino ai Padri conciliari (si accontentarono di parlare, con gergo un po’ aziendalista, di mediazione facilitarice nella costituzione Lumen Gentium). Fin qui tutto bene, ma bisogna ammettere che il titolone “Tutta una vita sotto il manto della Madonna”, suscita un po’ di turbamento. Anche a non volere pensar male (non fate i maialoni, ci siamo capiti), dà comunque l’idea di un tizio che rimane tutta la vita sotto le sottane materne, un mammone, insomma. Bell’esempio da proporre ai nostri giovani.
Ed ecco il secondo esempio. Sorvoliamo sul trionfalistico LA BASILICATA SI CONSACRA ALLA VERGINE. Degno di nota però che nell’articolo (pagina 15) veniamo informati che il 30 ottobre scorso non solo i fedeli e la Chiesa, ma anche le istituzioni civili hanno consacrato la città di Potenza e l’intera regione al Cuore Immacolato di Maria. Alla faccia della laicità!
Più intrigante il titolo di sotto. Si vede una statua della Madonna in una nicchia nella roccia e sotto due tizi, entrambi pelati. Vi si proclama: IL VESCOVO PICCIOLI: “MIA NIPOTE HA AVUTO DUE GRAZIE”. Più sotto, come per enfatizzare, in bianco su sfondo verde le due parole ALLO SCOGLIO. Devo ammettere che le due grazie allo scoglio mi hanno sconcertato. Conosco, anche se non mi fa impazzire, la pasta allo scoglio, ovvero ai frutti di mare (molluschi e crostacei), ma non riesco a capire cosa possano essere le grazie ai frutti di mare. O magari significa: ha avuto due (due cosa?) grazie allo scoglio? Occorre leggere l’articolo per capire l’arcano. Apprendiamo che nella Contrada di Santa Domenica (Placanica, Calabria) si trova il Santuario di Nostra Signora dello Scoglio. Pare che, dall’11 al 14 maggio 1968, mentre altrove si facevan le barricate, la Madonna sia apparsa, su “un masso coperto di rovi e cespugli” a un bracciante diciottenne del luogo, tale Cosimo Fragomeni, affidandogli quattro messaggi per l’umanità intera. Una specie di Lourdes o Fatima in salsa calabrese. Come riferisce il sito a lui dedicato, Fragomeni era un predestinato: tante le circostanze straordinarie e prodigiose che scandirono la sua verde età, fatti misteriosi (non aveva ancora compiuto un anno e già il piccolo Cosimo cominciò a fare esperienza della sofferenza) che costituiranno chiare indicazioni del suo santo e luminoso avvenire (come tutti sanno, noialtre persone normali, non chiamate a un santo e luminoso avvenire, cominciamo a “fare esperienza della sofferenza” verso l’età dei brufoli, o anche più tardi). Insomma, la faccenda è andata così: monsignor Giovanni Battista Piccioli, attualmente ausiliare dell’arcidiocesi di Guayaquil (Ecuador), nel 2016 si trovava in Calabria. Su invito di un amico di Ciminà (…) conosciuto in circostanze particolari (l’aggettivo attizza la nostra curiosità, che rimarrà insoddisfatta), visita il Santuario dello Scoglio e parla con “il mistico fratel Cosimo Fragomeni”, a cui sottopone il caso della propria nipote Danila Cardillo, che dal 2014 desidera invano avere un bambino. Il mistico si mette all’opera e nell’agosto 2017, improvvisamente e misteriosamente, la nipote rimane incinta, nonostante gli esami medici avessero decretato che sia lei che il marito erano sterili. Prima grazia. Purtroppo, tre mesi dopo la povera Danila contrae un virus che potrebbe mettere in pericolo la salute del feto. Con grande fede nella Madonna dello Scoglio, i coniugi decidono di portare avanti la gravidanza comunque. Il 18 marzo 2018, un mese prima del previsto (in realtà due, perché da agosto a marzo ci sono sette mesi) nasce, sana e forte, la piccola Ludovica. Seconda grazia, tutto è bene ciò che finisce bene. Notare la complessa catena di mediazioni: la devota nipote prega lo zio vescovo, il quale mobilita il mistico Cosimo, che supplica la Madonna, che interpella il Figlio, e quest’ultimo si rivolge (finalmente) al Padre. Si scioglie anche l’arcano della fotografia: il secondo pelato (quello senza zuccotto) non è – come sembrerebbe dal testo – la nipote bi-graziata (che altrimenti avrebbe dovuto chiedere almeno altre due grazie), ma il sessantottenne mistico Cosimo, già in vita (come risulta dal sito del Santuario) paragonato, per le sue virtù profetiche e taumaturgiche, a Padre Pio. Gli manca solo di far da padre spirituale al prossimo Presidente del Consiglio…