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Posted by on domenica, Novembre 12, 2017 in Scuola e dintorni |

Fare gli uomini per la Maremma

I furbetti ci sono sempre stati, quelli dell’Armiamoci e partite, quelli pronti a far fare agli altri i lavori più sgradevoli e pericolosi. Ci sono anche a scuola, dove molti (e soprattutto molte) non aspirano altro che a coprirsi di gloria, concependo stupendi progetti che altre saranno mandate allo sbaraglio per attuare. Tempo fa, una di queste solerti comandine mi abborda e mi fa “Senti, visto che tu sei così brava con le lingue, perché a settembre non accompagni la tal classe allo stage in Inghilterra?'”. Premetto che non insegno inglese, e che sto cercando di impararlo solo da pochi anni. A Terni si direbbe che questa signora fa gli uomini per la Maremma. Maremma: terra fino al secolo scorso assolutamente selvaggia, desolata, pericolosa, dove era facilissimo beccarsi la malaria, trasmessa dalla zanzara anofele. Il detto si riferisce probabilmente ai caporali, ai reclutatori di forza lavoro disperata inviata in una terra dove, come dice la canzone, l’uccello che ci va perde la penna. Con la Buona Scuola renziana questi comandini sono considerati i più meritevoli, e si beccano fior di bonmus, alle spalle degli altri che preferirebbero occuparsi delle classi in aula. Come tutti sanno, in vernacolo toscano Maremma è usato come eufemismo per chi vuole bestemmiare il nome della Vergine, appellandola come maiala o bucaiola.

maremmabittra

 


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