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Posted by on sabato, Novembre 24, 2018 in Wurstel |

Il Bambinello che ride

Ultimo comune umbro al confine con la provincia di Arezzo, Citerna è un gioiellino medievale, che non a caso è stato proclamato uno dei più bei borghi d’Italia.  Il Camminamento, la Rocca, le chiese … tutte cose che meritano una visita. Una delle più belle è la cinquecentesca Chiesa di San Francesco, che ospita tra l’altro una Madonna con Bambino in terracotta, che, grazie al lavoro di una studentessa d’arte di Perugia, Laura Ciferri, è stata attribuita a Donatello, e successivamente restaurata. Una gentilissima guida locale ci ha raccontato in modo esauriente tutta la storia. Quel che mi ha impressionato di più, però, è stata un’altra opera d’arte, sicuramente meno pregiata, conservata nella stessa chiesa. Si tratta di una Madonna col Bambino fra Santi di Simone Ciburri, pittore perugino del primo Seicento. Nel frammento che vedete c’è una Madonna robusta e dall’aria un po’ annoiata, un Gesù Bambino che ride tirando fuori la lingua e stringe quello che sembra un pettirosso, e due Santi, ritratti, come da convenzione, con gli attrezzi del loro martirio, in modo che anche gli analfabeti potessero riconoscerli e onorarli. Facilissimo riconoscere in quello più a destra, crivellato di frecce, il famoso San Sebastiano, militare narbonese martirizzato ai tempi dell’imperatore Diocleziano. Tra parentesi, solo oggi ho scoperto, consultando Wikipedia, che secondo la leggenda Sebastiano sopravvisse miracolosamente alle frecce, per ripresentarsi daccapo davanti a Diocleziano ed essere definitivamente ucciso tramite flagellazione. Mi ci è voluto di più per identificare l’altro santo, quello che con aria desolata guarda non Maria e Gesù, né l’osservatore, ma Sebastiano, con un libro tra le mani e una spada che gli trapassa la schiena. Poi ho ricordato quanto diceva la guida: si tratta di san Matteo (proprio l’Evangelista). Secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, Matteo si sarebbe stabilito in Etiopia, dove convertì il re Egippo e risuscitò miracolosamente la di lui figlia Ifigenia. Alla morte del re, il fratello Irtaco, suo successore, preso da passione incestuosa, chiese di sposare la povera Ifigenia, che, nel frattempo, aveva deciso di consacrare al Signore la sua verginità. Irtaco chiese l’aiuto di Matteo, il quale, il sabato successivo, predicando nel tempio, denunciò davanti a tutto il popolo le intenzioni del re, paragonandolo ad un servo che volesse usurpare la moglie del padrone. Irtaco, per tutta risposta, fece uccidere Matteo da un sicario, con un colpo di spada alle spalle, nel corso della stessa funzione (non si annoiavano certo al culto, da quelle parti). Ma la cosa più strana è che, in presenza di due testimoni che hanno pagato la loro fedeltà con la vita, Gesù Bambino ride, anzi sghignazza. Esempio assai raro nell’iconografia, non ricordo di aver visto altre scene simili. D’accordo, potrebbe essere solo perché il Ciburri, che non era certo il Caravaggio, lavorava un tanto al chilo e non badava all’effetto complessivo delle figure che affastellava sulla tela. Altrimenti dietro al quadro ci sarebbe una teologia davvero inquietante.


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