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Posted by on domenica, Marzo 28, 2021 in Pillole di Blog |

La battaglia di cui non sai nulla

Alzi la mano chi, negli ultimi mesi, non si è imbattuto in questa frase (o una sua variante) su qualche social network:

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre.

Bella, vero? Un tono aforistico appena accennato, un retrogusto di empatia e fraternità universale che non guasta. Solo che, a sentirla ripetere a ogni piè sospinto, perde significato e diventa quasi stucchevole. Ogni tanto qualcuno completa la citazione attribuendola a qualche Grande della storia del pensiero. Attualmente va di moda Platone, forse perché ci piace immaginare Socrate che, magari prima di ingerire la cicuta, lascia questo nobile messaggio come testamento spirituale ai discepoli. Mi ha sorpreso, viceversa, scoprire che la frase cominciò a divenire “virale” (come si diceva innocentemente, prima che i virus, non quelli informatici, divenissero parte della nostra vita quotidiana) attorno al 2014. Era da poco morto il regista Carlo Mazzacurati e la frase gli fu affibbiata, per omaggiarne la cortesia e perché l’aveva a sua volta riportata in una qualche intervista.

In un paese dove milioni di persone hanno fatto il liceo classico – e non è difficile procurarsi edizioni economiche dei Dialoghi platonici – fatalmente accadde un giorno che qualcuno scoprì che la frase non era mai stata scritta da Platone. Si rimediò attribuendola, viceversa, a Filone di Alessandria. Filosofo ebreo ellenistico (20 a.C. – 45 d.C.), autore di una bibliografia sterminata (secondo alcuni, persino di un libro deuterocanonico, la Sapienza di Salomone) e certamente meno accessibile all’acculturato medio.

Anche nel mondo anglosassone ferveva l’interesse per l’attribuzione di questa gentile frasetta. Si mosse addirittura il rinomato “esperto di citazioni” (mica male come qualifica professionale, vero?) Fred Shapiro che scoprì che nel 1995, in un libretto di meditazioni quotidiane (tipo Un giorno una parola, per chi frequenta gli ambienti di chiesa) si trovava la seguente citazione in inglese Be kind: everyone you meet is fighting a hard battle. Firmato: John Watson.

Come scoprì Shapiro, non si trattava dell’amico e biografo del leggendario Sherlock Holmes, ma di un pastore della Chiesa Libera di Scozia (poi confluita in quella presbiteriana) vissuto tra il 1850 e il 1907. Probabilmente fu lui a coniare la frase, che riciclò più e più volte, in sermoni e articoli d’occasione. La infilò persino in un racconto del 1894 intitolato, con gentile allitterazione, Beside the Bonnie Brier Bush (qualcosa tipo Dietro il grazioso cespuglio di rovi), e sull’edizione natalizia del 1897 della Britiush Weekly. Da notare che il suddetto pastore Watson, per evitare equivoci omonimici o pettegolezzi in comunità, scriveva i suoi racconti con lo pseudonimo di Ian MacLaren (o McLaren). Il libro Beside the Bonnie Brier Bush fu un grande successo, vendette più di 700.000 copie, ne vennero tratte opere teatrali e persino un film (realizzato nel 1921 e ora perduto). Molto triste che di tutta la sua opera (otto libri di racconti, cinque di saggi, cinque raccolte di sermoni a firma John Watson) rimanga nella memoria solo una citazione, oltretutto regalata ad altri.

Personalmente, ho fatto mia la citazione, con un piccolo e cinico adattamento: Ogni persona sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sorridi e fai finta di niente, se no ti attacca un pippone mostruoso.

Buona domenica!


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