Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Posted by on sabato, Novembre 17, 2018 in Streghe |

La leggenda della sora Laura

La sora Laura era una donna di umili origini, forse una gitana, che divenne l’amante di Alessandro Vitelli (1500-1554), conte di  Montone, signore di Amatrice e Città di Castello. Questo Alessandro Vitelli era figlio naturale del fratello del più noto Vitellozzo, la cui trucida fine fu immortalata in un famoso saggio breve del Machiavelli. Visto che nelle famiglie nobili i nomi si ripetono spesso, Alessandro pensò bene di chiamare Vitellozzo, come lo zio, uno dei suoi dieci figli, che fece una discreta carriera ecclesiastica divenendo cardinale. Alessandro lasciò la moglie per la bella Laura, ma la sua vera passione erano le guerre. Mentre Alessandro combatteva una guerra dopo l’altra (Italia, Germania, persino Ungheria), Laura rimaneva reclusa nella residenza di famiglia, Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Per ovviare alla propria solitudine, la donna adescava i più bei giovani della città, lanciando fazzoletti ricamati con merletti dalla finestra del palazzo. Dopo qualche folle notte d’amore, il giovane veniva invitato a lasciare il palazzo da un’uscita secondaria, che in realtà conduceva alla botola di un pozzo profondissimo e a un trabocchetto irto di lame, quindi a morte quasi certa. Questo perché Laura non poteva permettere che il marito venisse a sapere delle sue tresche (si era nel Cinquecento ed evidentemente la cintura di castità non era più di moda). Finché Laura fu in vita, le sparizioni di giovani ragazzi continuarono: una vera e propria serial killer d’epoca, sempre che la leggenda sia veritiera. Si dice che la moglie di Alessandro, presa dall’odio e dalla gelosia, abbia fatto uccidere l’insaziabile Laura, il cui fantasma vagherebbe ancora per le sale di Palazzo Vitelli.

Sta di fatto che nel Palazzo, oggi sede della Pinacoteca di Città di Castello, si può ancora ammirare il cosiddetto “affresco della sora Laura”, dove si vede una donna a cavallo di un uomo. Alcuni ipotizzano, però, che non si tratti di Laura e Alessandro, ma della stessa Angela de’ Rossi, la moglie tradita, che si sarebbe consolata dominando Stefano Filodori, vescovo di Città di Castello all’epoca. Il che renderebbe la storia ancora più piccante, trasformandola da triangolo a quadrangolo.

In ogni caso, una Laura ben diversa dalla più famosa omonima che ispirò Petrarca …


Fatal error: Class 'AV\Telemetry\Error_Handler' not found in /membri/.dummy/apps/wordpress/wp-content/plugins/altervista/early.php on line 188