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Posted by on giovedì, Dicembre 14, 2017 in Racconti |

Lettera di un medico

Cara Laura, mi ricordo quando in quarta liceo, al Leonardo da Vinci, siamo usciti dalla classe, dopo l’interrogazione di matematica, e tu mi hai detto “Voglio avere tre figli”. Eravamo amici anche allora, quell’amicizia tra uomo e donna che qui in Italia la maggior parte della gente non capisce, e che commenta con sorrisetti e allusioni. E tu, invece, sei stata la mia migliore amica, sempre, quella che ascoltava tutte le mie lamentele e asciugava le mie lacrime quando le donne mi mollavano. Quella che mi ha fatto accettare la mia singletudine, alla fine. Io sono stato invece molto felice della tua storia e del tuo matrimonio con Riccardo. E’ stata un’emozione farti da testimone. Sono contento di essere anche il tuo ginecologo, e di aver capito subito che c’era un problema, e di averle provate tutte, in tre anni di tentativi. La sterilità di tuo marito (ormai conclamata dopo gli ultimi sofisticati accertamenti) non ci lascia dubbi. Io non ho dubbi nemmeno sul vostro amore, e so che lui accetterà l’inseminazione eterologa, nella clinica di Nizza dove ho colleghi di cui mi fido. La France, toujours la France! In questo Bel Paese, le cose girano sempre nello stesso modo. Non dare ascolto alle beghine, che ti sussurrano che è da sfacciate, che è una cosa che fanno le puttane. Ascolta il tuo corpo di donna e sorridi alla vita.

Il tuo amico di sempre, Nicola.

inseminazione-artificiale


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