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Posted by on sabato, Novembre 11, 2017 in Mentre Vivo, New York |

Nella terra di Popeye

Tante cose ci risultano aliene e incomprensibili quando visitiamo gli Stati Uniti. La diffusione e l’abuso delle armi da fuoco. Il fondamentalismo religioso comiugato all’altissimo livello tecnologico (gente convinta che il mondo sia stato creato letteralmente in sei giorni seimila anni fa, ma dotata dell’ultimo modello di Iphone). Il complottismo paranoico di chi vede nei codici a barre il Marchio della Bestia, o il segno del controllo di un Governo ostile e strapotente (a confronto degli statunitensi, il più fissato dei Cinquestelle nostrani fa la figura di un rigoroso empirista). Il patriottismo esasperato: Stars and Stripes ovunque, dai pulpiti delle chiese ai gabinetti dei più squallidi bar del Bronx. Ma c’è qualcosa che turba, oltre il cervello e il cuore, anche lo stomaco: gli spinaci crudi. Ovunque te li propongano come contorno, dal ristorante (anche italiano) di lusso all’economico diner di periferia, te li servono invariabilmente crudi. Pesanti e immangiabili. Sembra, letteralmente, di brucare erba. Siamo pur sempre nel paese di Braccio di Ferro (Popeye) che se li ficcava in gola direttamente dal barattolo. Con tutto il cuore (e non solo) spero davvero che questa, al contrario di altre usanze statunitensi, non varchi mai l’Oceano. O che gli americani imparino ad apprezzare gli spinaci passati in padella, con una goccia d’olio extravergine d’oliva e un po’ d’aglio.

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