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Posted by on sabato, Novembre 10, 2018 in Mentre Vivo |

Il Piccolo Museo del Diario

Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo al confine con l’Umbria, è un gioiello sconosciuto ai più. Il centro storico ben tenuto ospita tra l’altro una pregevole istituzione, l’Archivio Diaristico Nazionale. L’Archivio è stato fondato nel 1984 dallo scrittore e giornalista Saverio Tutino, che cominciò a raccogliere diari, carteggi, testimonianze di gente comune. Un patrimonio che comprende oltre ottomila scritti a carattere autobiografico. Per rendere fruibile al pubblico l’Archivio, successivamente è stato costituito il Piccolo Museo del Diario, dove queste testimonianze sono presentate ai visitatori. L’ingresso del Museo è dalla sala del Consiglio comunale, dove è conservata una bellissima terracotta di Luca Della Robbia, ma la vera sorpresa è oltre la porta. C’è un corridoio con moltissime cassettiere. Aprendo i cassetti si avvia un video che mostra il documento in questione, e la voce di un attore recita il contenuto del diario o del carteggio, riportando in vita le storie di molti italiani e italiane, che altrimenti sarebbero finite nell’oblio. Come se si volesse attuare il proposito del Manzoni di riportare in vita le storie di chi non ha lasciato traccia nei documenti ufficiali (Lettera a M. Chauvet, 1820). Una sala è dedicata allo straordinario Lenzuolo a due piazze, che una contadina del mantovano, Clelia Marchi, riempì di scritte dopo la morte del marito, affidando la storia della sua vita alle trame di cotone. Ci sono anche molte testimonianze di italiani che emigrarono nel mondo in cerca di lavoro e di fortuna. Storie sempre attuali, visto che siamo diventati paese di immigrazione ma, al contempo, di nuova emigrazione.


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