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Posted by on giovedì, Luglio 5, 2018 in Scuola e dintorni |

Quadri e annessi

Ci sono donne avvenenti che, per qualche recondito motivo, si conciano in modo bislacco e barocco, indossando cose che non donano loro, e che dànno un effetto particolare. Sembrano la fotocopia delle proprie nonne.  C’è un modo di dire umbro anche per l’occasione: Se concia cuscì male che me pare ‘n quadro antico.

Una volta, nella mia scuola, c’era una giovane supplente che incarnava perfettamente questo stereotipo. Pur essendo giovane e bella, bionda con gli occhi azzurri, si conciava come la zia Prysselius di Pippi Calzelunghe. Calzettoni tirolesi al ginocchio, trecce da bimba delle elementari, gonne scozzesi lunghe, improbabili giacchette. Quest’abbigliamento antiquato corrispondeva anche a una certa rigidità di modi e ad un’estrema riservatezza. Una volta, prima di un Collegio docenti, dissi a due colleghe: Dobbiamo fare un’opera buona. Queste pensarono a una borsa di studio o qualche altra iniziativa umanitaria. Io replicai: No, bisogna fare una sottoscrizione per regalare alla Tale un biglietto per andare a vedere i California Dream Men (noto gruppo – a quanto pare tuttora in attività – di spogliarellisti maschi americani). La proposta piacque e permise di affrontare la noiosissima riunione con un po’ di risate.

Certo, bisogna dire che se oggi una si presentasse vestita come la zia Prysselius o la signorina Rottermeier farebbe la figura della cosplayer. Più che un quadro antico, un quadro postmoderno.


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