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Posted by on domenica, Dicembre 23, 2018 in Fede, New York, Politica |

Red Christmas Playlist 1 – Christ for President

La stanchezza esige il suo tributo e, in occasione delle feste natalizie, cedo il timone del blog a mio marito Giorgio Guelmani, che per qualche giorno vi proporrà un canzoniere di Natale alternativo.

Natale 2020 anomalo: la pandemia non spegne la voglia di shopping selvaggio, che sembra concentrarsi in questo ultimo fine settimana “giallo”. In compenso, gli aperitivi con colleghi e colleghe scompaiono dall’orizzonte, i cinepanettoni ce li vediamo sulle piattaforme e il cattivista ex-ministro dell’Interno scopre un’insospettata vocazione a pranzare con i clochard.

Ai credenti, ma anche a uomini e donne di buona volontà che cercano di sfuggire all’infernale ruota del Produci-Consuma-Crepa, tocca la fatica di ricercare il nocciolo del Natale: riscoprire Gesù di Nazaret dietro tutti gli orpelli che l’hanno sommerso in duemila anni. La meditazione e la manducazione quotidiana della Bibbia sono, ovviamente, primarie e irrinunciabili. Ma, nello spirito di quella “teologia pop” che ravviva il catalogo dell’editrice Claudiana, voglio proporre l’ascolto di alcuni brani musicali – di area angloamericana e non) e di tendenza folk-rock, che ci mostrano la figura di Rabbi Yeshua sotto angolazioni un po’ diverse.

Cominciamo con un breve brano, composto dal folksinger statunitense Woody Guthrie, noto ai più come autore di This Land is Your Land, uno dei tantissimi inni non ufficiali degli States. Guthrie lasciò in eredità un enorme taccuino con circa mille testi per ballate mai messe in musica, scritte tra il 1939 e il 1967. Racconta Bob Dylan che Woody Guthrie gli offrì il taccuino sul letto di morte, ma, a causa di beghe di famiglia, non riuscì a metterci mano. Nel 1995 Nora, figlia ed erede di Woody, contattò il folksinger inglese Billy Bragg proponendogli di mettere in musica una selezione di questi testi. Bragg accettò l’offerta e coinvolse il gruppo folk americano Wilco, con i quali realizzò due album (Mermaid Avenue e Mermaid Avenue vol. II) tra il 1998 e il 2000. Mermaid Avenue (viale della Sirena) è il nome del lungomare di Coney Island (Brooklyn) dove viveva Guthrie. Dal primo album del progetto, uscito nel 1998), propongo questa simpatica ballata dal sapore un po’ “zelota” che invoca Christ for President. La traduzione è mia (come nelle canzoni che verranno proposte nei prossimi giorni).

Let’s have Christ for president.
Let us have him for our king.
Cast your vote for the carpenter
That you call the Nazarene.

The only way we can ever beat
These crooked politician men
Is to run the money changers out of the temple
And put the carpenter in

O it’s Jesus Christ for president
God above our king
With a job and a pension for young and old
We will make hallelujah ring

Every year we waste enough
To feed the ones who starve
We build our civilization up
And we shoot it down with wars

But with the carpenter on the seat
Away up in the capital town
The USA would be on the way prosperity bound!

Facciamo Cristo presidente / facciamolo re. / Date il vostro voto al falegname / chiamato anche il Nazareno. / L’unico modo di battere / questi politicanti corrotti / è cacciare dal Tempio i cambiavalute / e metterci il falegname. / Oh, con Gesù Cristo presidente / e Dio nell’alto dei cieli nostro re / con lavoro e pensione per giovani e vecchi / faremo risuonare gli alleluia./ Ogni anno sprechiamo quel che basterebbe / per nutrire chi muore di fame / costruiamo la nostra civiltà / e poi la uccidiamo con le guerre. / Ma col Falegname al potere / lassù nella città capitale / gli Stati Uniti sarebbero sulla via della prosperità!


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