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Posted by on domenica, Dicembre 12, 2021 in Wurstel | 1 comment

Werner Fugazza e il filmetto danese

Dopo infruttuosi tentativi di procurarsi Green Pass taroccati, Werner Fugazza si rassegnò a vaccinarsi. Al centro vaccinale “Bertolaso Forever” (allestito in fretta e furia dalla Regione in una cascina sperduta del Parco Lambro) chiese energicamente che gli inoculassero Pfizer, e solo quello.

Magari ci hanno lasciato dentro un po’ di Viagra, si disse. Tentò subito di saggiare i possibili effetti collaterali invitando a cena la graziosa infermiera somministratrice, ma senza esito. Forse era troppo presto.

Dopo ventiquattro ore di dolori alla cervicale, alla pancia e alle ginocchia, si sentì decisamente meglio. Progettò una passeggiatina in via Vallazze: avrebbe portato il cagnetto Darkopancev a espletare i bisognini, e nel contempo avrebbe cercato una valorosa operatrice del settore per qualche ora di interazione fisica mercenaria.

Ma l’indispensabile attrezzo, ad onta delle mirabolanti promesse dei produttori del Viagra, rifiutava di elevarsi al di sopra degli abituali standard. Fortunatamente, Werner Fugazza aveva in casa quel che ci vuole per stimolare gli organi fiacchi. Da anni il collega Presunzio Mascelloni, ora felicemente in quiescenza, gli aveva prestato un DVD di cui si dicevano mirabilie.

Si trattava di C’è del bagnato in Danimarca, filmetto erotico realizzato negli Anni Zero nella patria di Amleto e Christian Eriksen. Un entusiasta retro copertina ne vantava la sensualità senza precedenti, impreziosita dalle performance dei due protagonisti: Ikka Darmsgaard (la perversa Sirenetta bionda) ed Elsker Thorvaldsen (il Rocco Siffredi dei fiordi).

Sfortunatamente, il videoregistratore – non utilizzato da anni – funzionava male: non c’era modo di avviare l’audio.  Non che facesse molto la differenza: per almeno quindici minuti (forse per dare un po’ di dignità artistica all’opera), la regia si attardava a mostrare scenari bucolici e un lunghissimo antefatto nel quale il Rocco Siffredi dei fiordi tentava invano di ricaricare la tessera della metropolitana di Copenhagen infilandola ripetutamente in un orifizio poco collaborativo.

Quando finalmente la storia cominciò a instradarsi sui binari consolidati del genere (in una specie di castello di cartapesta, Thorvaldsen esibì la propria abbondante mercanzia davanti alla Darmsgaard e ad un’altra donzella non accreditata nel cast) anche Werner riuscì ad aggiustare in qualche modo l’audio. Purtroppo lo regolò male, e si dovette rassegnare a vedere il filmetto (che finalmente ingranava) con l’audio di Raiuno. Quella sera trasmettevano, in diretta da Belfast, il decisivo incontro di calcio tra Irlanda del Nord e Italia.

La partita finì in bianco, e così fece la serata di Werner. La combinazione tra le spericolate prodezze degli attori danesi e la mediocre prestazione degli azzurri – commentata dai telecronisti con toni di profondo sconforto e pessimismo cosmico – fu micidiale per l’infelice batacchio del Nostro, che rimase ridotto ai minimi termini.

Il giorno dopo, Werner Fugazza si mise a cercare sul mercato nero un videoregistratore usato ma funzionante. L’offerta più conveniente lo dava in cambio di sette Green Pass fasulli.

1 Comment

  1. Mitica Tizi!!!! Attendevo le nuove avventure con trepidazione!!! Mi sono molto divertita!!! Brava!!!!!


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