Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Posted by on sabato, Gennaio 18, 2020 in Casoretto e dintorni, Wurstel |

Werner Fugazza e il messaggio maialo

Nella Favorza, collega di Werner Fugazza, si avvicinò furente alla scrivania del nostro eroe. Senza dargli il tempo di reagire, gli assestò un formidabile schiaffo sulla guancia destra, gridando: “Tu a me queste porcate non le scrivi!”

Werner non reagì e non porse l’altra guancia. Rimase allibito, bofonchiando “Cosa?”, mentre già quattro o cinque colleghi si piazzavano a guisa di pubblico, sperando di assistere a un gustoso litigio che spezzasse la monotonia del martedì pomeriggio.

Nella gli mise un foglio A4 stampato sulla scrivania. “Guarda la mail che mi hai scritto dieci minuti fa, c’è la tua firma, nero su bianco, non puoi negarlo!”.

Il messaggio era inequivocabile:

From: [email protected]

To: [email protected]

Ciao bella, mi tiri da discinta.

Vocal call, ore minuti secondi taldeitali.

“Io non ti ho scritto, ti ho telefonato. Eri fuori ufficio ed è scattata la segreteria telefonica. Non sapevo che ne sarebbe venuta fuori una mail.”

In effetti, solo da pochi giorni l’ultima release del software di comunicazione interna aveva introdotto una novità a cui i colleghi dell’Ufficio Postale di via Stazio si stavano ancora abituando: il sintetizzatore voce – testo. Praticamente, i messaggi in segreteria non venivano più ascoltati in forma vocale, ma tradotti in un testo scritto, che il destinatario riceveva come messaggio di posta elettronica.

“Non ho detto così. Io avevo accidentalmente cancellato il messaggio quotidiano che riceviamo da Piazza Cordusio con la distinta delle raccomandate del giorno e ti ho chiesto se me lo potevi girare.”

Era vero: Werner aveva la brutta abitudine di cancellare istantaneamente (anche dal Cestino) i messaggi che gli arrivavano e più volte aveva dovuto ricorrere all’aiuto di colleghe e colleghi per recuperarli.

“E cosa avresti detto?”

“Ti ho semplicemente chiamato dicendo Ciao Nella, mi giri la distinta? Non so cosa abbia combinato questo maledetto computer, forse avevo la bocca impastata perché stavo rosicchiando pandoro fritto, ma ti assicuro …”

“Poche storie, porco! Tutti conoscono la tua fama! Per te basta che respirino, e quando eravamo nello stesso ufficio mi hai ammorbato per anni e anni coi resoconti delle tue imprese amatorie! Ma hai proprio sbagliato persona!”

E se ne andò senza sbattere la porta (l’avrebbe fatto volentieri, ma era un open space).

Era vero che il motto di Werner Fugazza era Basta che Respirino, ma, per evitare seccature, aveva aggiunto da decenni due fondamentali limitazioni: Mai al Casoretto e Mai in Ufficio, quindi non ci avrebbe mai provato con una collega e/o una vicina di casa (a meno che queste si fossero spontaneamente gettate tra le sue braccia, fatto più raro di una vincita del jackpot al SuperEnalotto). Davanti ai colleghi maschi, non poteva abbassare la guardia: si limitò ad alzare le spalle e a sorridere in maniera ebete, cercamdo (e trovando facilmente) la solidarietà testosteronica.

Tornato a casa, ebbe l’occasione, come di consueto, di lamentarsi col vicino di pianerottolo, l’ingegner Scannabue. Quest’ultimo si ritirò meditabondo nel suo studio, poi attivò il suo ansible in modalità Linea Rossa. Sullo schermo comparve il viso di un’anziana barbona, che in realtà era – l’arguto lettore l’avrà già capito – la Luogotenente Ywaraah’sle, referente locale dell’intelligence dei denigrabili furetti di Aldebaran.

“Non disturbarmi, non posso parlare!”, sussurrò la vecchia, che si trovava nell’Abbazia di Santa Maria Bianca della Misericordia, seduta in uno degli ultimi banchi.

“Parlerò solo io,” disse Scannabue con gelida calma. “Ci state ancora provando, maledetti, a destabilizzare la razza umana. Non siete riusciti a provocare la guerra nucleare in Medio Oriente, e così ci riprovate nel piccolo, vero? So benissimo che il programmatore del software della Posta di via Stazio è un vostro agente, e ci vuole poco per capire che ha manipolato il sintetizzatore vocale per creare equivoci e dissidi tra i lavoratori. Poi da cosa nasce cosa, vero?”

La Luogotenente non fiatò. La verità era così evidente.

“Ma anche noi di BNE (Boote Nekkar Epsilon) abbiamo le nostre risorse. Te ne accorgerai domani.” E chiuse la comunicazione, soddisfatto.

Il giorno dopo, tutto il software dell’Ufficio Postale di via Stazio andò in tilt. Le pratiche si bloccarono e i clienti imbufaliti tentarono di linciare un Gestore preso a caso. Intervenne l’Assistenza centrale e si scoprì che il nuovo programma di sintesi vocale delle chiamate provocava insanabili conflitti informatici col resto del sistema. Si tornò alla cara vecchia segreteria telefonica vocale e tutti vissero felici e contenti.

Tranne Werner, che per qualche settimana venne apostrofato da colleghi e colleghe col nomignolo di Stalker Fugazza.


Fatal error: Class 'AV\Telemetry\Error_Handler' not found in /membri/.dummy/apps/wordpress/wp-content/plugins/altervista/early.php on line 188