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Posted by on domenica, Ottobre 21, 2018 in Politica |

Altro amor io preferia

Giovedì dell’altra settimana, una serata una volta tanto libera da palestre, impegni ecclesiastici ed eventi culturali, e come sempre senza programmi televisivi decenti, io e mio marito abbiamo deciso di suonare e cantare insieme, cosa che non facevamo da qualche mese. Lui è stonato, ma se la cava bene con la chitarra d’accompagnamento, raspando semplici accordi e giri armonici. Abbiamo cominciato con un po’ di folk irlandese (The Croppy Boy e The Wild Rover), e proseguito con qualche vecchia canzone italiana di lotta del secolo scorso, quelle con semplici melodie e testi un po’ desueti che ricordano certi inni pietisti. Insomma, tipo Addio Lugano Bella, Il feroce monarchico Bava, Il galeone e simili. Tra queste, una delle mie preferite è Amore ribelle, una ballata in sei ottavi che comincia così: All’amore tuo fanciulla / altro amore io preferia / è un’idea l’amante mia / a cui detti braccio e cor …

Per una strana associazione d’idee, i primi due versi mi han sempre fatto pensare alla situazione di un maschietto che confessa alla fidanzatina di essere gay. Naturalmente, l’anonimo autore anarchico non aveva la minima intenzione – almeno consciamente – di evocare tale realtà, tant’è vero che nel verso finale afferma baldanzosamente E nel dì che vinceremo / braccio e cor ti donerò. (Come dire, niente sesso sino al trionfo della Rivoluzione, ma questo è un altro problema).

Per una strana coincidenza, proprio giovedì 11 ottobre era il Coming Out Day. Ammetto che prima di quest’anno non ne avevo mai sentito parlare. Si tratta di una ricorrenza internazionale in cui la comunità LGBT celebra l’importanza del coming out (la decisione di proclamare apertamente il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere).

Il Coming Out Day si è tenuto per la prima volta negli USA l’11 ottobre 1988 (giusto trent’anni fa). L’idea di celebrare il coming out con una ricorrenza apposita fu lanciata da Robert Eichberg, psicologo del New Mexico, e Jean O’Leary, attivista di Los Angeles, durante il laboratorio The Experience and National Gay Rights Advocates. La data fu scelta in quanto si trattava del primo anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti delle lesbiche e dei gay, tenutasi appunto l’11 ottobre 1987 (fonte Wikipedia).

Mentre mando (in ritardo) un caloroso saluto a tutte/i gli amici e le amiche che hanno vissuto (o devono ancora vivere) l’esperienza del coming out, chiedo scusa per la bizzarra e imbarazzante associazione d’idee. Che l’esperienza dei nostri antenati anarchici ci insegni almeno a non sacrificare troppo i nostri sentimenti alle scadenze della Storia: si rischia di attendere tutta la vita il Grande Giorno.


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