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Posted by on sabato, Luglio 1, 2023 in Pillole di Blog |

Le isole non trovate

Ho scoperto Termoli l’anno scorso andando in vacanza con mio marito e l’ho subito adorata, tant’è vero che ci sono tornata quest’anno con un’amica. In genere, quando dico che vado in vacanza a Termoli incontro due tipi di reazione. Un quaranta per cento delle persone confondono Termoli con Termini o peggio con Teramo, e tocca spiegar loro la rava e la fava (ecco perché si è diffuso il detto che Il Molise non esiste). Il rimanente sa benissimo cos’è e dov’è Termoli e reagisce invariabilmente con la frase Allora vai a vedere le Isole Tremiti (o variazioni sul tema).

L’anno scorso eravamo andati a Termoli in luglio: faceva talmente caldo che durante la giornata veniva voglia solo di starsene mollemente in spiaggia (bella spiaggia di sabbia) e buttarsi in mare (acque pulitissime, quasi caraibiche). Quest’anno, essendo giugno, mi sono detta con la mia amica: farà meno caldo, è la volta di provare a vedere queste famose isole. Tanto più che tutte le guide assicurano che ci sono i traghetti tutto l’anno, e il porto è facilmente raggiungibile a piedi dall’albergo e dal centro cittadino (a Termoli tutto è a portata di piedi).

Fin dalla prima sera, ci siamo informate a un chiosco di privati che organizzavano gite alle isole. Abbiamo chiesto informazioni sui traghetti e subito ci hanno proposto di noleggiare un gommone con tanto di skipper. Di fronte alle nostre perplessità, ci hanno proposto un giro delle grotte di San Domino (l’isola più grande) con bagno, poi di raggiungere con mezzi propri l’isola di san Nicola (sede dei principali monumenti e del municipio). Tutto quanto, a venticinque euro, con mezzi propri. Non erano in grado di fornire alcun orario di traghetti.  Anche in Rete la ricerca degli orari era assai difficoltosa. Ci hanno consegnato un pieghevole, che non dava però nessuna ulteriore informazione.

La sera dopo siamo tornate allo stesso chiosco e abbiamo chiesto ulteriori spiegazioni: ci hanno ribadito che dovevamo prendere i traghetti di linea, di cui non conoscevano gli orari. Una mattina alla spiaggia abbiamo incontrato una coppia, ci siamo messe a chiacchierare e abbiamo chiesto informazioni sulle isole. Ci hanno detto che nei giorni prima al porto c’era stato un problema di overbooking (troppe prenotazioni per pochi posti sui traghetti), la gente aveva finito per picchiarsi ed era intervenuta la polizia.

All’Ente del Turismo (di fronte al porto e aperto anche la sera) ci hanno detto che non avevano gli orari dei traghetti, che erano disponibile (forse) nell’altra sede, vicino alla stazione ferroviaria ma aperta con orari impossibili. Abbiamo chiesto al giovane operatore un consiglio, lui ci ha detto “Guardate, vi faccio vedere una cosa”. Ci ha indicato il porto e ha detto “Vedete, quella è la nave per le isole, chiedete gli orari lì”.

Alla fine della vacanza abbiamo scoperto un’agenzia viaggi che (forse) organizzava gite in giornata, ma ormai era tardi.

In conclusione, è stata un’esperienza degna del kafkiano agrimensore K che cerca di andare al Castello tra ostacoli e distrazioni varie. I locali si sono comportati con gentilezza e indolenza. Un menefreghismo educato e non strafottente, tipo i portoghesi a Lisbona che con filosofia Zen a qualunque richiesta rispondevano seraficamente Nao ha (non c’è).

Viene anche il sospetto che a Termoli non siano poi molto interessati a indirizzare i turisti alle isole Tremiti, le quali fanno parte non solo di un’altra provincia (Foggia) ma di un’altra regione (Puglia). Un altro effetto negativo del regionalismo esasperato. Ci riproveremo un altr’anno, armandoci di pazienza.


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