Ritorna a Surriento
Ero stata da piccola a Capri (con annessa Grotta Azzurra) e da giovane ad Amalfi e Positano, ne avevo solo vaghi ricordi. Anche per questo, per le vacanze di settembre, avevo proposto a mio marito un giro in Costiera Amalfitana, con base a Sorrento. In luglio, avevo letto un servizio del Venerdì di Repubblica che presentava un quadro apocalittico del turismo a Sorrento e dintorni. In una parola, overtourism: affollamento insopportabile e file interminabili in ogni angolo.
A settembre sarà diverso, mi ero detta per tranquillizzarmi. Solo un pochettino, in realtà: complice l’estate prolungata, Sorrento era piena di turisti, soprattutto stranieri. Più che italiano, si sentiva parlare l’inglese americano, lo spagnolo, il cinese e inopinatamente il coreano. C’era in effetti una convention di una qualche multinazionale tecnologica (forse la Samsung?) e i coreani uscivano da ogni hotel e da ogni angolo.
Come tutti sanno, per godersi cinque minuti di Grotta occorre, dopo l’attracco alla Marina Piccola di Capri, salire su un altro natante che in un quarto d’ora ti porta ad attendere al largo dell’ingresso alla Grotta stessa. Dopo un’attesa dipendente dallo stato del mare e soprattutto dall’affluenza di turisti (la nostra è durata tre ore) si viene presi in carico (massimo quattro persone alla volta) da una barchetta a remi, che ti conduce a bordeggiare attorno a una biglietteria galleggiante, dove devi pagare 18 euro (in contanti) a cranio per immergerti nel blu dipinto di blu (con accompagnamento di canzoni partenopee salmodiate dai rematori). Sulla nostra nave c’era un numeroso e confusionario gruppo di cinesi. Talmente confusionari che alcuni di loro non si erano portati i contanti per accedere alla Grotta e hanno dovuto tornare indietro delusi dopo un acceso chiarimento con gli addetti alla biglietteria (non oso immaginare in quale lingua), facendo perdere oltre mezz’ora a tutto il gruppo.
Visto che è stata l’estate degli scontrini pazzi, non posso tacere che, in un baretto che aveva l’unico pregio di essere proprio davanti alla Cattedrale di Amalfi, abbiamo sborsato la bellezza di 29 euro per un trancio di pizza Margherita, un panino alla mortadella e un litro di minerale gasata. A Capri, per non dovere aprire un mutuo, ci siamo accontentati di due coni gelato per appena cinque euro a testa (senza panna né biscotto). Sempre ad Amalfi, alla biglietteria dei famosi minibus per Ravello, ho chiesto a una signora del luogo se era sempre così affollato.
Fino a novembre, poi abbiamo qualche mese di respiro, è stata la risposta.