La pasta al muro
In Italia tendiamo a considerare gli altri popoli dei barbari specialmente per due motivi: 1) non hanno il bidet; 2) non sanno preparare la pastasciutta. Sono luoghi comuni, ma spesso si rifanno a esperienze vissute.
La settimana scorsa, ad esempio, Arianna è stata invitata a cena a casa di un’amica statunitense e il piatto forte erano gli spaghetti. Come verificare il giusto grado di cottura? Con la massima tranquillità l’amica ha estratto uno spaghetto dall’acqua bollente e l’ha lanciato contro il muro. Poiché lo spaghetto ha rimbalzato, la conclusione era chiara: la pasta era ancora troppo al dente.
Abbiamo poi scoperto che tale metodo di controllo era stato effettivamente adottato in una puntata della seconda stagione del telefilm Thirteen Reasons Why (distribuito in Italia da Netflix col titolo Tredici). Si vedono un ragazzo e una ragazza a cena insieme (probabilmente a casa di lei), e lei che ridendo getta la pasta (qui si tratta di un maccherone) contro il muro. Nell’imminenza dell’uscita della terza stagione, in un video l’attore Dylan Minnette ha chiesto esplicitamente scusa al pubblico italiano.
Sarebbe proprio il caso di dire, come si fa nei paesi anglosassoni, Don’t try this at home. L’idea di vedere cucine come campi di battaglia, costellate di fusilli scotti gettati sul pavimento, o di pennette cotte appiccicate al muro (o addirittura al frigorifero) inquieta non poco. Resta da chiedersi se è l’amica di Arianna ad avere imparato la tecnica della pasta al muro da Thirteen reasons why, o se è lo sceneggiatore ad avere riportato un uso già esistente.
Il solito annoso dilemma: è l’arte che imita la vita o la vita che imita l’arte?