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Posted by on sabato, Aprile 28, 2018 in Pillole di Blog |

Carne e contorno

Non c’è trippa per gatti, proverbio centro – italiano diffuso in tutto lo Stivale. Indica che qualcosa si è esaurito, o che non ci sono più le risorse per affrontare un progetto, insomma c’è poco da fare. La trippa è tradizionalmente un cibo povero, allestito sulle mense di chi non si è potuto permettere carne di vitello, di manzo, o nemmeno di pollo. Nel passato, in condizioni di ristrettezze economiche, non c’era neppure, spesso, quel semplice piatto, tipicamente invernale, che sosteneva chi doveva affrontare dure giornate di lavoro.

Un contraltare milanese, che ha lo stesso significato, è C’è poco da sfogliar verze. Le verze, nella stagione fredda, spesso erano accompagnate da zampetti di maiale, o erano utilizzate nella più ghiotta cassoeula.

Due mesi dopo le elezioni, non c’è ancora un governo. le promesse elettorali, anche per chi ha votato i partiti vincenti, si sono vanificate. C’è la sensazione che si dovrà tornare al voto in autunno, con prospettive ancora peggiori. Né trippa né verze: forse dovremo mangiarci i gatti.


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