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Posted by on domenica, Febbraio 23, 2020 in Streghe |

Cosa volevo fare da grande

Quando ero piccola c’erano due cose che avrei voluto fare da grande. La prima era l’infermiera. Non quelle negli ospedali, però. Avevo piuttosto in mente quelle che venivano a casa (anche da mia madre) a fare le iniezioni. Per una bimba cattivella come me era l’ideale: andare in giro a puncicare la gente nel sederino, ed essere pure pagata per farlo.

La seconda era la suora. Non per particolare misticismo, ma perché avevo già intuito che il ruolo femminile nella famiglia patriarcale era una fregatura. Come si usava dire, farsi suora significava “sposare Gesù”. E Gesù era un marito poco invadente, uno che non ti rompeva le scatole per avere i vestiti lavati e stirati, tutti gli angoli di casa puliti, manicaretti a pranzo e a cena. Ho anche manifestato questi propositi a un prete che incontravo in villeggiatura a Piediluco. Lui, tutto contento, rendeva gloria a Dio.

Poi sono cresciuta e, invece che la suora o l’infermiera, ho fatto l’insegnante. Una cosa mi è rimasta: mi piace ancora pungere.


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