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Posted by on sabato, Settembre 29, 2018 in Wurstel |

Il Pupone e il Patriarca

Se dobbiamo dar retta a Repubblica, un tempo quotidiano di riferimento della sinistra moderata italiana e oggi chissà, l’evento culturale degli ultimi dieci giorni è stata l’uscita dell’autobiografia di Francesco Totti, vulgo Er Pupone. Ad essa è stata dedicata la copertina e la cover story del Venerdì del 21 settembre, seguita da kermesse celebrativa al Colosseo giovedì 27, con tanto di articolone (e rimando in prima pagina) a pagina 41 sul quotidiano del giorno dopo. Apprendiamo che il pubblico pagante ha affrontato file notturne in libreria per assicurarsi una copia dell’opera, manco fosse l’ultimo capitolo della saga di Harry Potter o il nuovissimo Iphone, e che in prima fila all’evento sedevano la sindaca Raggi, il governatore Zingaretti (ennesimo prossimo salvatore della sinistra, più noto come fratello del Commissario Montalbano) e l’immancabile Veltroni, pur juventino. Per la prima volta, ci viene assicurato, il Colosseo è stato sede della presentazione di un libro.

Tutto ciò, per uno strano scherzo della memoria, mi ha fatto pensare ad Aquileia, la bellissima cittadina del Friuli, patrimonio dell’umanità, che ospita una meravigliosa basilica paleocristiana con mosaici del IV secolo. La visitammo un dicembre di dieci o dodici anni fa, sicuramente era dopo i Mondiali di calcio del 2006, vinti dall’Italia in cui giocava Totti. Nel centro storico di Aquileia, l’antica basilica si trova in via dei Patriarchi, collegata alla strada principale dalla via Patriarca Popone. Quando mia figlia, allora quasi dodicenne, e mio marito videro la targa stradale, si scatenarono al loro meglio. Arianna chiese se quel Patriarca fosse chiamato così perché aveva “le poppe”. Giorgio cominciò a intonare Patriarca Popone sul motivo di Seven Nation Army, l’ossessiva canzonetta dei White Stripes che allora era il coretto preferito dei tifosi della nazionale italiana (meglio noto come Poopopopopoopo …). Da allora non riesco più a dissociare nel mio pensiero il Patriarca e il Capitano, il Popone e il Pupone, e quindi neanche a prenderli sul serio.

Raccolgo qualche informazione da Wikipedia. Popone (o Pupone o Poppone, Puppone e persino Popo), noto anche come Wolfgang, era di origine nobiliare austriaca (la sua famiglia veniva da Treffen o da Steyr), e resse il Patriarcato di Aquileia fino alla sua morte avvenuta il 28 settembre del 1042 (quindi ieri ne era anche l’anniversario). Il Patriarcato di Aquileia – soppresso nel 1751 – attorno all’anno Mille era una delle più grandi diocesi cattoliche europee. La sua giurisdizione andava dal lago Balaton al Canton Ticino, dall’Istria a Como. Dopo Popone, i patriarchi ottennero anche, per qualche secolo, l’investitura feudale sul Friuli.

Popone divenne Patriarca giovanissimo, nel 1019, grazie anche alla parentela con l’imperatore Enrico II. Nel quadro delle annose dispute tra i patriarcati di Aquileia e Grado, nel 1024 Popone invase Grado col suo esercito. Le sue truppe devastarono la cittadina rivale, saccheggiando chiese, profanando reliquie, massacrando monaci e stuprando monache. Ottenne la facoltà di battere moneta (un vero sovranista), e nel 1031, per migliorare la propria immagine, restaurò e riconsacrò la basilica di Aquileia, sui resti di quella paleocristiana (danneggiata da un terremoto). Si fece rappresentare – insieme ai membri della famiglia imperiale – negli affreschi che ornano l’abside. Morì nel 1042, mentre si apprestava a invadere nuovamente Grado. Gli successe un tedesco di Augusta, a nome Eberardo.

L’attuale Pupone ha appena 42 anni e tutta una carriera davanti. Se non ha voglia di rimanere nel mondo del pallone, può sempre informarsi se ci sono opportunità in qualche Patriarcato.


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