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Posted by on lunedì, Aprile 13, 2020 in Pillole di Blog |

La mangiatrice di specchi

In questa strana Pasqua di quarantena sono riuscita a realizzare un mio piccolo desiderio goloso: al supermercato Simply ho trovato l’ultimo esemplare disponibile nel quartiere di uovo di Pasqua Perugina (fondente). Quel che lo distingue dagli altri è il fatto che all’interno contiene, oltre alla consueta sorpresina, tre Baci Perugina. Lo so che ora la cara vecchia Perugina, simbolo della mia Umbria natale, è stata assorbita da una multinazionale senza volto e senza scrupoli, ma l’uovo di Pasqua ricorda la mia infanzia, ed è un simbolo di resurrezione, che poi alla fine è il vero significato della Pasqua. Dopotutto, i grandi piaceri della vita nascono da piccole cose: la sorpresa (un braccialetto di bigiotteria che ho promesso di passare ad Arianna), e soprattutto il Bacio Perugina. E chi dice Bacio dice bigliettino: come nei Fortune Cookies cinesi, trovi un fogliettino di carta plastificata con una citazione. Quella di ieri era di Katherine Mansfield (1888-1923, scrittrice neozelandese) e diceva: la felicità è come quando si inghiotte improvvisamente uno specchio splendente di sole nel pomeriggio.

Devo ammettere che l’immagine di una tizia che si inghiotte (oltretutto, improvvisamente) uno specchio mi ha turbato. Fa pensare alle vecchie fiere di paese dove c’erano i mangiatori di spade e di vetro. Il bigliettino riportava anche la stessa citazione in inglese, francese e tedesco (lingue che conosco più o meno bene) e già qualcosa ho sospettato. Sono andata a controllare anche in Rete. La frase originale, un po’ più lunga, dice happiness is like when you are overcome suddenly by a feeling of bliss as though you’d suddenly swallowed a bright piece of that late afternoon sun.

Più o meno: La felicità è come quando si è improvvisamente sopraffatte da un senso di benedizione, come se tu avessi improvvisamente inghiottito un luminoso spicchio di quel tardo sole di pomeriggio.

Capito? A parte la compressione sommaria della citazione, spicchio, non specchio. Il banale cambio di una vocale trasforma una giovane che assapora il sole del tardo pomeriggio in una mangiatrice di vetro da circo foraneo. Un po’ come in quel vecchio racconto di Achille Campanile dove il refuso della segretaria di uno scrittore trasformava il noioso La caduta di un regno nell’irresistibilmente comico La caduta di un ragno. Fa un po’ specie che una multinazionale miliardaria come la Nestlé risparmi al punto da non controllare quello che stampa, ma tant’è.

Tutto ciò non ci toglierà mai il piacere di un Bacio, che come tutti sanno è un apostrofo rosa tra le parole Io non correggo le bozze.


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