Lo scoglio nato
Capita anche a voi di sentirvi un po’ scoglionate/i?
Se sì, attenti a verificare la latitudine alla quale vi trovate quando lo affermate. Qui nel Nord Italia ho ormai imparato che “scoglionato” significa “annoiato, infastidito, stanco”. Ma nella mia nativa Umbria, e altrove nel Centro Italia, uno “scoglionato” è qualcuno troppo esigente, o troppo sofisticato, di carattere difficile.
A Terni l’appellativo scivola verso il suo senso letterale (“scoglionati” erano i cori di voci bianche, molto apprezzati in terra pontificia). Da lì di nuovo verso il traslato: uno “scoglionato” è un “senza palle”in tutti i sensi del termine, comprese le implicazioni omofobe. Una versione locale di Matteo 19:12 avrebbe probabilmente recitato così:
Ci sono scoglionati che nacquero così dal ventre della madre, scoglionati che furono resi tali dagli uomini e scoglionati che si resero tali per il Regno dei cieli.
Se vogliamo unire in una sola locuzione le due accezioni, possiamo affermare che la prolungata esposizione (tipica del periodo festivo) a parenti scoglionati rende scoglionati a propria volta, ovvero che chi va con lo scoglionato impara a scoglionare…