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Posted by on sabato, Agosto 25, 2018 in Politica |

L’ubiquo Salvini

Durante le vacanze estive, mia figlia Arianna (che vive e lavora come attrice a New York) è venuta a trovarci e ha trascorso con noi tre settimane. Tra le altre cose, si era portata dietro anche qualche libro sulla recitazione, da leggere per tenersi aggiornata. Uno di questi libri si chiamava On Acting, di Sanford Meisner. Meisner (1905-1997) era un attore americano che sviluppò una tecnica di recitazione particolare (chiamata appunto tecnica Meisner), in parte ispirata al metodo Stanislavski. Il libro in questione descrive e spiega la tecnica omonima, senza trascurare schizzi autobiografici sulla vita e le esperienze dell’Autore. Proprio a pagina 6, raccontando i suoi primi passi nel mondo del teatro, Meisner scrive: “I remember lying elaborately about my past in the theatre; it may have started with Salvini for all I know.” (Ricordo di avere mentito in modo elaborato a proposito del mio passato teatrale: per quel che ne so, poteva essere cominciato con Salvini.”

Salvini??? E qui mia figlia, che non credeva ai suoi occhi, mi ha mostrato il passo del libro. Ancora lui, ho pensato con disperazione. L’Uomo Forte (soprattutto coi deboli) del Governo del Cambiamento, ubiquo sui social network, aggressivo e ossessivo. Ma il libro è stato edito nel 1987, quando il Cattivista Nazionale aveva appena 14 anni, quindi logicamente non è di lui che parla. Qualche ricerca su Wikipedia mi ha illuminato. Sanford Meisner si riferisce a Tommaso Salvini (1829-1915), attore teatrale milanese. Figlio d’arte, specializzato nel ruolo di Otello, visitò cinque volte gli USA tra il 1873 e il 1889. Anche nelle sue tournées all’estero, recitava sempre in italiano, ma, come scrisse il New York World nel 1885,  “anche se avesse recitato in greco o in Chocaw, sarebbe stato lo stesso. C’era qualcosa in lui di universale, e se fosse rimasto muto e si fosse accontentato di gesticolare, il suo pubblico avrebbe capito lo stesso, tanto fedele era il suo modo di ritrarre gli istinti e le azioni umane.” Stanislavski lo vide recitare a Mosca nel 1882 e ne trasse ispirazione per il suo famoso Metodo, che, come abbiamo visto, a sua volta ispirò Sanford. Il cerchio si chiude.

Tommaso Salvini, ben conscio del proprio valore, disse una volta: Posso far piangere il pubblico semplicemente leggendogli un menù.”

Quello attuale, leggendo un menù, sarebbe capace di stimolare istinti xenofobi nei suoi seguaci, e di disperata indignazione nel resto del pubblico.

Decisamente, non fanno più i Salvini di una volta.


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