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Posted by on sabato, Aprile 18, 2020 in Scuola e dintorni |

Nuove frontiere della didattica a distanza

Anche il Liceo delle Scienze Coreutiche Lucas Stephen Grabeel (LSC LSG, per gli amici), dal 24 febbraio aveva chiuso i battenti causa emergenza Covid-19, e docenti e discenti avevano dovuto entrare, per amore o per forza, nell’Era della Didattica a Distanza. Irriducibili adepti del tutto-cartaceo e analfabeti digitali avevano dovuto convertirsi rapidamente e in modo confuso, stante la mancanza di chiare indicazioni ministeriali. Il Preside Pigliaceli ogni due settimane si innamorava di una nuova App per lezioni, riunioni e classi virtuali, iscriveva tutta la scuola e inviava le credenziali d’accesso a docenti e studenti. Computer, tablet, smartphone erano saturi di applicazioni. La collega Segalosso (biologia) lamentò che aveva dovuto mettere in cantina la sua copia dell’Anatomia del Grey (firmata con dedica da Shonda Rhimes in persona) per fare spazio nella sua biblioteca a un raccoglitore a buchi pieno di password. Ogni mattina i professori si collegavano e sui loro monitor comparivano le facce, talvolta spaurite e disorientate, talvolta strafottenti, il più delle volte insonnolite, dei loro ragazzi e ragazze, e tentavano di spezzare il pane del sapere a distanza. L’indicazione era quella di rispettare il più possibile l’orario, ma c’era chi sconfinava nell’ora dei colleghi, e chi convocava le classi in orari improbabili o in giorni festivi. C’era chi aveva una pianificazione ferrea da qui a fine anno, e chi ogni mattina improvvisava, con esiti opposti: alcuni rivelavano insospettati talenti da stand up comedian, altri si impappinavano al microfono e perdevano il filo. La docente di Danza Classica mostrava i passi principali davanti allo schermo. Poi un giorno scivolò facendo una pirouette, e da allora si accontentò di mandare i link YouTube alle migliori scene di Giselle o Coppelia. Si era ben presto capito che non ci sarebbero state bocciature, ma il problema delle verifiche restava. Le piattaforme più sofisticate offrivano la possibilità di simulare al massimo della fedeltà il compito in classe, assegnando test e compiti da svolgere in tempo reale. Se no, si mandava via mail il compito da fare, che gli studenti restituivano regolarmente incompleto, illeggibile o in ritardo. La cosa più difficile da fare in modo ottimale erano le interrogazioni. A questo fu dedicato il Consiglio di Classe della Prima Kappa di quel venerdì pomeriggio. Era l’ultimo della settimana, e l’ultimo che si sarebbe tenuto a distanza con l’applicazione Mooz, la prediletta delle Squadre Speciali del Mossad. Da lunedì si sarebbe passati a Ciciareminsema, la prima App a chilometro zero, realizzata dai programmatori Brambilla e Frugnazza del Polo Tecnologico di Mozzate Vilcoso (Lecco). Il coordinatore, il prof di Francese Vereno Panigada, entrò subito in medias res: “Le interrogazioni che facciamo sono irregolari. Chi ci garantisce che questi adolescenti non imbroglino? Potrebbero farsi suggerire le risposte da un genitore o un fratello, leggerle sul cellulare, tenere il libro vicino. Senza contare che la sicurezza è un colabrodo, e bande di hacker russi e cinesi si infiltrano ogni giorno. Aspetto proposte.”

Le proposte fioccarono: ogni docente conosceva un collega che conosceva un altro collega, o un amico che aveva figli in altre scuole. Riassunto delle proposte formulate:

1) interrogare gli studenti da bendati (gli studenti, non i docenti);

2) chieder loro di rispondere alle domande mettendosi di profilo;

3) far loro alzare le mani durante l’interrogazione, per essere sicuri che non impugnino cellulari;

4) per esaltare l’interdisciplinarietà, richiedere loro di fare un passo di danza classica mentre rispondono;

5) chiedere di spegnere tutte le luci nella stanza;

6) fare indossare agli studenti un cappuccio stile Beati Paoli o una maschera di Halloween;

7) varie ed eventuali.

La videoseduta del Consiglio di Classe durò tre ore e non arrivò a nessuna decisione: ognuno difendeva a spada tratta la propria proposta e stroncava quelle altrui. Concordarono che ognuno avrebbe provato a modo suo, e poi si sarebbero rivisti.

Già dalla mattina dopo, su tutte le caselle mail dei docenti cominciarono ad arrivare (al posto dei soliti Enlarge Your Penis o L’Ultimo Investimento di Jovanotti Ha Lasciato a Bocca Aperta gli Esperti) decine di messaggi spam con collegamenti a siti di bondage o all’Enciclopedia universale del sadomaso. Gli hacker russi e cinesi avevano colpito ancora.

 


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