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Posted by on domenica, Marzo 15, 2020 in Casoretto e dintorni |

Werner Fugazza giustiziere da remoto

Tempi duri per tutti, con il Coronavirus. Ma ancora più duri per Werner Fugazza, il ben noto Giustiziere di via Falloppio. Sospeso a tempo indeterminato il campionato di calcio, oltretutto dopo la brutta sconfitta dell’Internazionale FC nel derby d’Italia con la Juventus. Alle Poste di via Stazio il lavoro proseguiva, ma a ranghi ridotti (un giorno sì e uno no: Werner, per sua fortuna, aveva uno stock di ferie inutilizzate negli ultimi anni da sfruttare). Chiusa la Norcineria del Blueprint e tutti i bar. In casa, i suoi programmi televisivi preferiti erano stati sospesi. le uscite si limitavano alla spesa e all’espletamento dei bisognini fisiologici del cagnetto Darkopancev. Se pensate che Werner potesse trovare conforto nella cultura, avete sbagliato blog o provenite da un universo parallelo: la sua biblioteca si riduceva all’ultimo Almanacco Illustrato del Calcio e a un romanzo rosa finlandese in lingua originale, dimenticato anni prima dalla coprotagonista dell’avventura di una notte.

La prima sera che Werner tentò, col favore delle tenebre, di uscire nel quartiere per difendere gli onesti cittadini da spacciatori, rapinatori, travestiti e microcriminalità assortita, fu allucinante. Vagò per chilometri per le strade deserte fino a perdersi, e verso l’una di notte fu bloccato da un soldato in tuta mimetica nei pressi del Giuriati. Non potendo giustificare la sua uscita (il decreto governativo non contemplava l’attività di Giustiziere Autoproclamato tra le eccezioni al divieto di circolazione) fu fermato, multato e costretto a rientrare a casa. Né andò meglio la seconda notte, quando di fronte a un carabiniere tentò di esibire un attestato di certificazione che gli aveva gentilmente procurato il suo vicino, l’architetto Scannabue:

“Si certifica che il denominato Fugazza Werner, nato a Perculate di Sotto il 29/02/1969, residente a Milano in via Falloppio 27, in compagnia del canide di razza incerta Darkopancev, è autorizzato, in deroga al DPCM numero …, a uscire dal proprio domicilio in ore notturne per espletare attività di vigilanza privata contro ogni genere di microcriminalità, devianza, mendicità aggressiva nei quartieri noti come Nolo, Eolo, Casoretto, Rottole, Città Studi, Lambrate. Rilasciato per ogni uso di legge da A.Scannabue, console onorario di BNE e agente della FIGA, competente per territorio. Controfirmato dal Commodoro Snupi, tramite zampata virtuale via ansible,” declamò con fatica il giovane carabiniere.

“Ma che minchia iè? Me voli pigghiari p’u culu, vossia?”

E lo riportò a casa, tenendolo per il coppino con apposita prolunga della lunghezza di 101 centimetri.

Suo malgrado, Werner Fugazza dovette sottoporsi a un colossale upgrade tecnologico. Acquistò a caro prezzo un nuovo smartphone di una sottomarca nordcoreana, installò Whatsapp, Hangouts, Zoom, Meet, Skype e altre decine di applicazioni dedicate al dialogo da remoto. Si iscrisse a Citizen e imparò tutto sui procioni viziosi e sui pericolosi individui col machete che infestano New York e altre città statunitensi. Poi fu invitato ad aderire al gruppo Whatsapp I Vigilantes! e allacciò contatti con persone che vivevano il suo stesso senso di perdita e disorientamento, come il Vendicatore del Tufello o la Nemesi di Port’Alba. Si raccontavano le imprese dei bei tempi passati, si scambiavano impressioni e informazioni sulla tipologia dei microcriminali.

Ma non bastava. Mancava l’ebbrezza della strada, l’adrenalina della notte. Werner si decise finalmente a un passo al quale pensava non sarebbe mai arrivato.

“Scriverò al cugino Gondrano,” si disse una sera. Gondrano Gemonio, terzo cugino di Werner, era maresciallo presso la stazione dei Carabinieri di Montefiore Conca (provincia di Rimini). Non si parlavano da oltre trent’anni, a causa di una brutta storia (i cui contorni si confondevano nella leggenda: coinvolgeva una donna, una forma di taleggio e un ottavo di finale di Coppa Uefa – non necessariamente in quest’ordine). Ma, a mali estremi … decise di chiedere al cugino una raccomandazione, una licenza speciale, un qualunque tipo di autorizzazione che gli concedesse licenza di uscire di notte e mettesse a tacere le obiezioni di quel giovane e arrogante carabiniere siculo. Poi, tanto per non lasciare nulla di intentato, scrisse un’altra lettera con richiesta di patrocinio.

“L’architetto Scannabue è stato gentile e mi ha dato l’indirizzo di un americano chiamato Bruce Wayne. Sarà uno del giro, tentar non nuoce.”

Poi si addormentò placido, sognando epici inseguimenti sui tetti di via Jommelli.


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