Angeli in bandiera
Quando da piccola combinavo qualche disastro, tipo rompere maldestramente le stoviglie, mia madre commentava: “è passato l’angelo e ha detto Amen.” Lei asseriva di avere avuto una premonizione del fatto. Pochi anni dopo, nel 1969, esordiva al Teatro Sistina di Roma un musical di Garinei & Giovannini chiamato Anegli in bandiera. Parlava di prostitute e sfruttatori, ma finiva nel più borghese dei modi, con regolari matrimoni e redenzione generale (tutti i personaggi trovavano lavori onesti e le donne andavano a fare le casalinghe!). Insomma, un’Irma la dolce de noantri.
Gli “angeli” del titolo erano i papponi, l’espressione “in bandiera” viene dal gergo della malavita e significa “sentirsi in un particolare stato di grazia”. Stato di grazia che non è certo come si sente l’elettore di sinistra dopo il 4 marzo. Direi che la bandiera è a mezz’asta, se non addirittura sotto terra.
E ora che le stoviglie sono rotte, tutti dicono che era una catastrofe annunciata, che è passato l’angelo e ha detto Amen. Se magari qualcuno ce lo diceva prima …