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Posted by on domenica, Gennaio 12, 2020 in New York, Wurstel |

Praticamente in mutande

Arianna è ancora in vacanza da noi, quindi si è persa l’annuale New York No Pants Subway Ride, che si è tenuto oggi, domenica 12 gennaio. L’evento è proprio quello che il nome fa pensare: Viaggio in metropolitana senza pantaloni. Può far pensare a eventi come il Cimento Invernale di Alassio (tuffo dal molo, preferibilmente a Santo Stefano o a Capodanno), ma ha tutta una sua storia. Dietro la No Pants Subway Ride c’è Improv Everywhere, un comedy collective creato da Charlie Todd nel 2001, allo scopo di tenere “performance inaspettate in luoghi pubblici” e “sorprendere e deliziare la gente a casaccio mediante scherzi positivi”.

L’idea di base è semplice: un po’ di gente sale a caso sulla metropolitana a diverse fermate, comportandosi come se non si conoscessero. Sono vestiti in modo normale (anche con guanti, pellicce, sciarpe, se il clima lo richiede), a parte che non hanno i pantaloni. La prima volta fu nel gennaio del 2002. Parteciparono in sette, tutti maschi. A uno venne chiesto conto dell’abbigliamento, e rispose che “aveva dimenticato i pantaloni a casa”. Per il resto, la gente rimase abbastanza indifferente, come dimostra il video artigianale della performance, in cui tra l’altro, vicino a uno degli smutandati si nota una donna, un po’ seccata, che sta leggendo un libro dal titolo Rape (Stupro). Riferisce il sito di Improv (da cui traggo le notizie) che all’ottava fermata comparve un tizio con un borsone, che vendeva pantaloni al modico prezzo di un dollaro.

 

Al secondo evento (2003) i partecipanti salirono a trenta, comprese alcune donne. Il conducente della metropolitana fece notare il suo disappunto annunciando all’altoparlante “Questo non è un campo giochi”. Il terzo (2004) fu il primo ripreso in televisione (ABC News). Al quinto (2006) un agente di polizia interruppe bruscamente la performance imponendo a tutti i passeggeri (compresi quelli regolarmente vestiti) di lasciare la carrozza. Otto persone furono arrestate e portate in prigione. Un mese dopo, il giudice li mandò assolti da ogni accusa, decretando che non è illegale stare in mutande in pubblico a New York (basti pensare al Naked Cowboy che allieta i turisti a Times Square, vestito solo di cappellone e chitarra country).  Da allora il numero di partecipanti aumenta regolarmente ogni anno, raggiungendo le migliaia. Dal 2008 altre città, negli USA e nel mondo, cominciano a partecipare. Quest’anno, l’evento è mondiale: da San Pietroburgo a Città del Messico, da Lisbona a Melbourne (certo, nell’emisfero meridionale è estate: bella forza …).

Stranamente, la nostra metropoli globale, Milano, non è ancora entrata nel club del No Pants. Eppure una tradizione di sindaci in mutande (Gabriele Albertini nel 1998, con cachemire firmato Valentino) ce l’abbiamo. Potrebbe pensarci il nostro Sala, invece di insultare gli ambientalisti che lo criticano, se vuole rifarsi un’immagine.

 

 


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