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Posted by on sabato, Settembre 9, 2017 in Libri, Streghe |

Il segno del comando

Adesso le fiction della Rai sono inguardabili. Quando ero ragazzina, negli anni Sessanta e Settanta, si chiamavano sceneggiati, erano in bianco e nero, gli attori sapevano recitare, e le storie erano avvincenti. Uno dei miei preferiti era Il Segno del Comando, andato in onda nel 1971, in sei puntate. I misteri del soggiorno romano di Byron, i destini di Ilario Brandani e Marco Tagliaferri, l’enigma del Salmo XVII (non quello biblico) tennero incollati allo schermo milioni di italiani. Ricordo che nella mia città, a Terni, la gente non parlava d’altro. Specialmente fece scalpore la terza puntata, alla fine della quale c’era una seduta spiritica. I giornali avevano annunciatro il fatto in anticipo e la gente la aspettava spasmodicamente. Io stavo preparando l’esame di terza media, e mia madre mi impedì di vedere la puntata, temendo che potesse turbarmi e farmi perdere il sonno. Quando ho rivisto la puntata della seduta spiritica, molti anni dopo con mia figlia Arianna, lei si mise a ridere. Aveva quattordici anni, come li avevo io quando la puntata andò in onda. Nonostante tutto, la storia regge ancora bene anche a quarant’anni di distanza. Dalla sceneggiatura è stato tratto, nel 1987, un libro, scritto da Giuseppe D’Agata, che ho fortuitamente trovato qualche mese fa su una bancarella del mercato, a soli due euro. Sorprendentemente, il libro è anche meglio dello sceneggiato. Se non siete fortunate come me, cercate almeno il cofanetto con due DVD, pubblicato da RaiTrade e Fabbri editore nel 2009. Buona visione!

ilsegnodelcomando


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