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Posted by on sabato, Febbraio 3, 2018 in Casoretto e dintorni | 1 comment

Werner Fugazza e le iguane al Casoretto – prima parte

Da quando abitava in via Falloppio, Werner Fugazza partecipava assiduamente alle riunioni di condominio che si tenevano di mercoledì sera ogni due mesi. Le disertava solo se l’Inter era impegnata in Champions, problema che da qualche anno ormai non si poneva più. Sonnecchiava placidamente durante le discussioni su bilanci preventivi e consuntivi, per poi risvegliarsi fresco e carico al momento delle Varie ed Eventuali. Allora assisteva con entusiasmo, partecipando anche con qualche sapido intervento, alla sempiterna lite tra il Colonnello Biraghi e la Vedova Pavoletti, che si accusavano vicendevolmente delle peggiori scorrettezze e malversazioni. O si godeva le minacce di querela all’universo mondo formulate dal decrepito Cavalier Rugani, che sputacchiava agitando il bastone ed era sempre accompagnato da colui che presentava come il suo avvocato, un silenzioso lungagnone dallo sguardo di ghiaccio come Clint Eastwood nei suoi western classici. O approvava vigorosamente le lamentele contro il pub del pianterreno, i giovani del sesto piano che suonavano heavy metal sino a tarda notte, l’equivoco studio professionale del secondo piano che forse faceva da copertura a un bordello singalese e forse no, e così via. Tutto al contrario, il suo vicino di pianerottolo, l’architetto Scannabue, teneva banco all’inizio delle riunioni, partecipando attivamente alle discussioni sul bilancio, dispensando pareri competenti su qualunque proposta di lavori e di ristrutturazione, talvolta anche presentando grafici e slides. Poi, salutando compitamente, si congedava all’inizio delle Varie. Ma quella sera, mentre già si accingeva a chiudere la ventiquattrore, si bloccò a sentire il Colonnello Biraghi che sbottava E adesso parliamo delle iguane! Mentre Werner Fugazza si fregava le mani sperando di assistere a una bella litigata, l’architetto arrestò i preparativi di uscita e tornò a sedersi. Il Colonnello puntò il dito sulla Vedova Pavoletti: “Da quando quella donnaccia si è comprata un’iguana, qui non si vive più! Quella bestia immonda si è divorata tutte le piante che tengo sul pianerottolo! E con le sue feci ammorba il cortile!” “Impari a nutrirle meglio le sue piantine, che le fa morire tutte, colonnello dei miei stivali!”, reagì la vedova. “E per le feci, invece di accusare la mia Peppina, pensi a quel suo schifoso mastino, che ne fa a quintali, e inoltre ogni notte ulula alla luna anche quando non si vede”. Si misero in tre per dividerli prima che passassero allo scontro fisico, mentre il signor Barreto, del quarto piano, lamentò che ormai si vedevano iguane in tutto il quartiere (persino in via Bazzini! come fosse il culmine dell’impensabile), e insinuò che forse l’equivoco studio professionale, abbandonato il mercimonio umano, si era riconvertito al contrabbando di rettili tropicali. Scannabue non lo diede a intendere, ma dentro di sé era sconvolto. A seduta finita, rientrò a casa e, invece di contattare via ansible i suoi superiori di Boote Nekkar Epsilon (in breve BNE), passò una notte insonne a valutare i pro e i contro.  Alle quattro del mattino decise di agire in proprio: ma avrebbe avuto bisogno della collaborazione (involontaria) di Werner Fugazza.

(continua)

1 Comment

  1. Molto meglio di tanta robaccia che si vede nelle librerie. Hai della stoffa!


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