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Posted by on sabato, Febbraio 8, 2020 in Libri, Scuola e dintorni |

Educati alla guerra

Gianluca Gabrielli è dottore di ricerca in Storia dell’Educazione all’Università di Macerata. Si è occupato nel suo lavoro di smontare la propaganda razzista e fascista nelle scuole. In questo agevolissimo saggio ci fa capire come la propaganda patriottica abbia profondamente influenzato il curricolo e i programmi nelle scuole italiane dalla guerra di Libia fino alla seconda guerra mondiale. Documenti dell’epoca alla mano, Gabrielli indica i pesanti condizionamenti con cui le scuole (ma anche l’editoria per bambini e ragazzi) martellavano l’Italia. Il culmine fu raggiunto durante la seconda guerra mondiale, quando alcuni insegnanti vennero reclutati nella censura alla corrispondenza tra i soldati al fronte e le famiglie.

Questo breve saggio fa prendere coscienza di quanto sia pericoloso affidare la scuola a un pensiero unico, e dovrebbe farci riflettere molto anche oggi, sui diktat che vengono dall’alto, stavolta (azzardo io ad attualizzare) in nome dell’aziendalismo. Nell’introduzione, l’Autore esprime molto bene il legame tra passato e presente:

“Sediamo su fosse comuni, bombe intelligenti, vittime civili e respingimenti di profughi e forse non sappiamo da che parte iniziare per tentare di riconquistare l’efficacia della parola nel contrastare la guerra del nostro tempo.”

Dalle ricerche fatte da Gabrielli su questo tema è nata anche una mostra con lo stesso titolo, a cura dell’Associazione PRO FORMA Memoria. Per chi fosse interessato, la mostra è disponibile per il noleggio sul sito http://www.proformamemoria.it/?page_id=1236

Dati del libro: Gianluca Gabrielli, Educati alla guerra, Ombre Corte, 2016, euro 13,00.

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Posted by on sabato, Dicembre 14, 2019 in Scuola e dintorni |

Pesci tra le nuvole

Lo studente Castrovilli Vinicio, di prima D, si distraeva facilmente. Cosa tutt’altro che strana o rara, in qualunque scuola superiore, e quindi anche nel Liceo di Scienze Coreutiche Lucas Stephen Grabeel (per gli amici LSC LSG). Quel che era strano fu la reazione del giovane prof Vettabbia (Storia e geografia), da pochi mesi al Grabeel dopo tre anni al professionale Gasparazzo di Pozzolo Martesana.

“Castrovilli si distrae perché è dei Pesci,” sentenziò Vettabbia durante il Consiglio di Classe di fine novembre. E, di fronte alla reazione allibita di colleghe e colleghi, precisò quella che per lui era una verità autoevidente: “Tutti sanno che i Pesci stanno tra le nuvole.” “Sì, e i Capricorni stanno sottoterra,” rispose beffarda la Zambeletti. “Proprio così,” convenne serissimo Vettabbia, “i Capricorni amano nascondersi, quindi non vedrete mai un giovane Capricorno esporsi in una discussione, cercherà sempre di passare inosservato. Propongo pertanto …”

Alla parola “propongo”, don Miglieruolo (Religione) e Strippoli (Scienze motorie), che stavano impegnando allo spasimo le scarse risorse di memoria del computer della sala professori in una partita di Assassin’s Creed, minimizzarono l’icona e  drizzarono le orecchie.

“… che si tenga conto, nella valutazione e nell’elaborazione di strategie didattiche, del segno zodiacale dei discenti. In particolare, propongo che se ne tenga conto a partire dalla formazione delle classi per l’anno prossimo.”

“Cioè, che dovremmo fare?” chiese la Pucciarelli (Coreutica di base).

“Abbiamo quattro sezioni, no?” rispose Vettabbia, ormai infervorato. “Chiamiamole Acqua, Aria, Terra e Fuoco, invece dei banali A, B, C e D, e distribuiamo i nuovi iscritti in base al loro segno zodiacale. Vedrete che l’omogeneità dell’elemento dominante assicurerà una maggiore coesione del gruppo -classe. Se si può esprimere una preferenza, amerei seguire i giovani d’Aria, in particolare gli Acquari … ” e la sua voce si fece sognante.

La coordinatrice Zambeletti tagliò corto. “D’accordo, ne terremo conto. Chiederò al collega Vettabbia di presentare, se se la sente, un progetto in merito, che il Collegio Docenti valuterà nella prima finestra utile, direi a partire dal 7 marzo del 2023.”

“Perché così tardi?” chiese sconcertato Vettabbia.

“Perché quel giorno Saturno esce dall’Acquario ed entra nei Pesci,” rispose la Zambeletti, “una cosa così importante va decisa con criteri scientifici, non vorremmo mica affidarci al caso, vero, colleghi?”

Una risata di sollievo chiuse l’argomento e il Consiglio passò al prossimo punto dell’ordine del giorno (Uscita didattica prenatalizia: rappresentazione dello Sgnaccanoci per ragazzi e ragazze).

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Posted by on domenica, Settembre 29, 2019 in Scuola e dintorni |

Tempo di grigliate

Ricomincia la scuola e con essa le riunioni. Tra le più perniciose ci sono le Riunione di Materia, durante le quali – tra gli altri adempimenti burocratici – ci si deve occupare di Griglie, ovvero di standardizzare i criteri di valutazione dei compiti orali e scritti.

A quanto pare, il patrono degli insegnanti è San Giovanni Battista de la Salle (1651-1719), che aprì in Francia le prime scuole professionali.  (Nonostante il nome, santa Scolastica – sorella gemella di san Benedetto da Norcia – non ha competenze nel ramo).

Pur non essendo cattolica, mi permetterei di suggerire, come patrono degli insegnanti, specialmente in questa stagione, san Lorenzo. Dopotutto, anche lui fu martirizzato su una Griglia.

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Posted by on sabato, Maggio 18, 2019 in Politica, Scuola e dintorni, Video |

Solidarietà a Rosa Maria Dell’Aria

Perché la Prof.ssa Dell'Aria è stata sospesa?

IL VIDEO DEGLI STUDENTI DI PALERMO. Guardatelo e giudicatelo voi.Visto che tutti coloro che ne parlano non l’hanno visto, a partire dalla sottosegretaria Borgonzoni, ho deciso di pubblicare il video completo dei ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Palermo (omettendo solo l’ultima slide con i nomi). Guardatelo e giudicate voi: su cosa avrebbe dovuto vigilare l’insegnante? Sulle opinioni degli studenti? Avrebbe dovuto censurare il pensiero degli alunni? In nessuna parte viene detto che Salvini è come Mussolini, come invece leggo ovunque. Vengono accostati provvedimenti e scelte di allora e di oggi, con acume e intelligenza: a chi lo guarda spetta trarre le conclusioni.Allora mi chiedo: perché la Professoressa Rosa Maria Dell'Aria è stata sospesa? Perché è intervenuta la Digos?Mi sembra, al contrario, che gli studenti abbiano ben compreso il significato più profondo della Giornata della memoria: non un rito stanco ma un pungolo per il presente. Forse è proprio l’intelligenza a spaventare Salvini e i suoi!

Gepostet von Pietro Grasso am Freitag, 17. Mai 2019

Ho pochissimo da aggiungere a quanto ha scritto Pietro Grasso, ex presidente del Senato, diffondendo il video degli studenti dell’ITIS Vittorio Emanuele III di Palermo. Nel video, presentato nell’aula magna della scuola per la giornata della memoria, i ragazzi avevano fatto un parallelismo tra le leggi razziali del 1938 e il Decreto Sicurezza di Salvini di ottant’anni dopo. Questo è costato alla docente, Rosa Maria Dell’Aria, due settimane di sospensione con lo stipendio dimezzato. Scrive Grasso:

Visto che tutti coloro che ne parlano non l’hanno visto, a partire dalla sottosegretaria Borgonzoni, ho deciso di pubblicare il video completo dei ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale di Palermo (omettendo solo l’ultima slide con i nomi).
Guardatelo e giudicate voi: su cosa avrebbe dovuto vigilare l’insegnante? Sulle opinioni degli studenti? Avrebbe dovuto censurare il pensiero degli alunni?
In nessuna parte viene detto che Salvini è come Mussolini, come invece leggo ovunque. Vengono accostati provvedimenti e scelte di allora e di oggi, con acume e intelligenza: a chi lo guarda spetta trarre le conclusioni.  Allora mi chiedo: perché la Professoressa Rosa Maria Dell’Aria è stata sospesa? Perché è intervenuta la Digos?  Mi sembra, al contrario, che gli studenti abbiano ben compreso il significato più profondo della Giornata della memoria: non un rito stanco ma un pungolo per il presente. Forse è proprio l’intelligenza a spaventare Salvini e i suoi!

Aggiungo solo: cosa aspettano i sindacati della scuola, tutti, a proclamare anche solo un’ora di sciopero generale? Colpendo la collega hanno colpito la libertà di pensiero e di insegnamento di tutte e tutti noi. Se non è fascismo questo, cosa dobbiamo aspettare? Il confino per i dissidenti?

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Posted by on sabato, Aprile 6, 2019 in Scuola e dintorni |

Questo questionario non s’ha da fare!

Insegnare al biennio, al Liceo delle Scienze Coreutiche Lucas Stephen Grabeel (per gli amici LSC LSG), aveva due grandi vantaggi. Il primo è che non ci si doveva preoccupare di portare i ragazzi e le ragazze all’Esame di Stato, il cui format cambiava ogni volta che un paio di nuove chiappe s’assideva al MIUR. In secondo luogo, e soprattutto, si era esentati dall’Alternanza Scuola Lavoro obbligatorio (in sigla ASL, forse perché i malcapitati colleghi a cui toccava ne uscivano bisognosi di trattamenti sanitari urgenti e massicci), dono avvelenato degli ultimi Governi di centrosinistra, riservato agli sventurati del triennio. Il prezzo da pagare, per chi aveva le seconde, si chiamava Promessi Sposi. Ovvero la sfida impossibile di tenere svegli e attenti venticinque adolescenti in tempesta ormonale, delle più svariate etnie e d’ambo i sessi, in crisi d’astinenza da smartphone dopo cinque minuti. E farli interessare a un romanzo-fiume scritto nell’Ottocento e ambientato nel Seicento (secolo che notoriamente non vende, diceva la buonanima di Umberto Eco), pieno di strizzatine d’occhio dell’Autore e di digressioni su trending topics quali le grida, la peste, la Provvidenza.

Ogni docente aveva la sua formula per risvegliare l’interesse dei giovani discenti. Il professor Lefrattaglie era specializzato in radiodrammi. Divideva gli studenti in gruppi e assegnava a ciascun gruppo un capitolo da drammatizzare. Perdeva tutti i suoi weekend a convertire, scaricare, ascoltare file audio in cui ragazze vispe e ragazzi indiavolati leggevano con voce legnosa e monocorde come certi vecchi predicatori, ma nel complesso la cosa funzionava. La professoressa Schiappacasse, appassionata di trekking urbano e interurbano, amava portare gli studenti sui luoghi dell’azione, per fargli ammirare dal vivo Quel Ramo Del Lago Di Como, Pescarenico, il castello di Colui-che-non-deve-essere-nominato, o fargli ripercorrere avanti e indietro le peregrinazioni di Renzo Tramaglino tra Piazza Cordusio e Porta Orientale (oggi Porta Venezia). Il giovane precario Fuffaro, di concerto con la docente di Danza Classica, trasponeva in balletto gli episodi più rilevanti: il pezzo forte era La morte del Griso (sulla musica del Lago dei cigni).

La professoressa Bruscagin, infine, dopo lunghe ricerche tra gli innumerevoli Saggi-Omaggio che intasavano il suo sgabuzzino aveva trovato il libro ideale. Pubblicato da una sconosciuta casa editrice del grossetano da poco fallita, per ogni capitolo dell’opera manzoniana offriva un’ampia batteria di esercizi, combinando la classica domanda aperta (Perché Don Abbondio non riesce a dormire quella notte?), il questionario all’americana (Chi era l’Azzeccagarbugli? a) un frate; b) un avvocato; c) un arrotino), la comprensione delle immagini e la stesura di grafici. L’ultima fetta dell’esercizio, la preferita degli studenti, si chiama Scrivila come Manzoni: partendo da una foto, bisognava scrivere “in stile” la storia del personaggio ivi raffigurato. Memorabile fu la volta che lo studente Orazio Pastrazio interpretò male la foto di un gentiluomo in abito d’epoca, dall’aria a dire il vero alquanto efebica, e scrisse una storia al femminile chiamandolo Perla. O quando la dolce e timida Fiori Rosa attribuì allo stesso gentiluomo la professione di mafioso e fece terminare la sua storia con una precipitosa fuga a New York, con acrobatico anacronismo. Del resto, la Bruscagin – non usa alla frequentazione dei siti di fan fiction – non poteva sapere che, con lo pseudonimo di Pink Flowers, la quindicenne Fiori Rosa aveva scritto un crossover – slash di quattrocento pagine in cui Albus Silente e Vegeta Super Sayan, uniti da un torbido rapporto di amore-odio, andavano alla caccia del tesoro dei Pirati dei Caraibi nella terra di Mordor. Dal canto suo, lo studente Hussein Barak, rimasto impressionato da una recente uscita didattica al Museo del Novecento, cercava di infilare in tutte le risposte la Merda d’Artista, sinceramente convinto che il suo autore fosse lo stesso Manzoni dei Promessi Sposi.

Nonostante tutto, in un modo o nell’altro gli studenti arrivavano alla sufficienza, e così a fine anno scolastico erano pronti per affrontare le sfide e le sfighe del Triennio. Padroneggiare i Promessi Sposi li temprava e li preparava al Grande Fantasy Italiano, la Divina Commedia. Dopo l’Inferno dell’Alternanza e il Purgatorio dell’Esame di Stato, il Liceo Grabeel li avrebbe diplomati, puri e disposti a salire alle stelle.

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Posted by on sabato, Febbraio 16, 2019 in Politica, Scuola e dintorni |

La Settimana Satanica

Il discorso pubblico, almeno come si dipana nella postmoderna agorà delle reti sociali, sembra guidato da dinamiche impazzite, in cui, come nel vecchio gioco del telegrafo senza fili, un tema stempera in un altro, fino a ritrovarsi assai lontani dal punto di partenza. Appena sette giorni fa si era conclusa la maratona del Festival di Sanremo (che non ho visto), vinto dall’outsider Mahmoud a scapito del favorito Ultimo. Premetto che non ho sentito nessuna delle due canzoni in lizza, ma se anche le avessi sentite me le sarei già dimenticate. A smentita del detto evangelico, l’Ultimo non è stato primo ma appena secondo, a causa del voto delle giurie di esperti e giornalisti che ha ribaltato il pronunciamento del televoto. Sistema di voto che, a quanto pare, c’è da diversi anni al Festival, ma solo stavolta è divenuto, grazie ai nostri onnipresenti Vicepremier, il simbolo della prevaricazione delle malvagie Elites Radicalchic (e magari anche un po’ Pluto-Giudaico-Massoniche) ai danni del sano e italico Popolo. Senza soluzione di continuità, mentre il Vicepremier Due si imponeva un inusuale silenzio di quarantott’ore a causa della sconfitta elettorale in Abruzzo, il Vicepremier Uno, ringalluzzito dal trionfo nella stessa consultazione, passava subito a un nuovo argomento. Durante il Festival, infatti, mentre dietro le quinte si consumava il Gombloddo contro il povero Ultimo, un siparietto comico della conduttrice Virginia Raffaele veniva scambiato per un’invocazione a Satana da tale don Aldo Buonaiuto, sacerdote esorcista e “coordinatore del Servizio Nazionale Antisette”, del quale fino a ieri ignoravo l’esistenza. Il grido di dolore del sacerdote “pur non comprendendo quale fosse l’intento, il ridicolizzare o, ancor più grave, inneggiare il nome di Satana in prima serata su Rai Uno, penso sia stato uno scivolone sconcertante” , nonostante la sintassi zoppicante, veniva raccolto dal Capitano, che raccomandava al Popolo, ancora schiumante rabbia verso Soros e i Cosmopoliti, di “non sottovalutare il problema delle sette sataniche, con tutti i problemi connessi.” Puntualmente, si scopriva che su SOFIA (il portale ministeriale della formazione per gli insegnanti) era presente, nel catalogo dell’offerta di corsi a disposizione dei docenti, un Corso di esorcismo e preghiera di liberazione. Destinatari: insegnanti delle medie e delle superiori. Durata: 40 ore. Costo: 400 euro, organizzato dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che, spiegano al Ministero, in quanto Università, è accreditato automaticamente, e autorizzato a caricare le proprie proposte didattiche in autonomia (il MIUR fa solo controlli periodici a campione, quindi, non è escluso che, con certosine ricerche, si potrebbero trovare altre bizzarrie nel Catalogo). Tra l’altro, come leggiamo su Wikipedia, l’Ateneo in questione è promosso dalla Congregazione dei Legionari di Cristo, più volte coinvolta in scandali a sfondo sessuale (a partire dal suo fondatore, il messicano Marcial Maciel Degollado). A parte l’opportunità di affidare a un’istituzione fondata da un pedofilo la lotta contro il demonio, la faccenda ha trascinato nel ridicolo il ministro leghista Bussetti (già noto per le sue gaffes verso i docenti meridionali) e tutto il MIUR, che nella giornata di oggi, sabato 16, ha comunicato di avere rimosso il corso dalla piattaforma. Sono andata, per scrupolo, a controllare su SOFIA e, in effetti, il corso di esorcismo non c’è più. Il Regina Apostolorum rimane, però, come organizzatore di un più anodino Corso di Perfezionamento in Teologia Spirituale (costo 900 euro, durata 288 ore).

E così si è conclusa la Settimana Satanica. I migranti continuano a morire nel Mediterraneo o a essere respinti nei lager libici, l’economia stagna, la secessione delle regioni ricche avanza, ma per fortuna il Capitano ha sempre in serbo nuovi nemici da additare all’indignazione del Popolo (è un po’ che non si parla degli UFO: sarà la volta buona?). Per noi insegnanti, resta il fatto che – si tratti di corsi di formazione o dei cari vecchi “convegni con esonero MIUR” – è difficilissimo trovare proposte veramente interessanti e utili per la professione: prevalgono iniziative fortemente clericali, o sciacquature di piatti aziendalistiche sulle Competenze Trasversali. Forse un bel corso di esorcismo non sarebbe stato tanto male: poteva servire con certi studenti – e soprattutto certi genitori.

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